“Altro che propaganda, la nostra è realtà documentata. E la verità – che dà tanto fastidio all’assessore Calabrese – è che la Calabria sta bruciando. Altro che ‘procurato allarme’: sono i numeri ufficiali dei Vigili del Fuoco, sono le immagini drammatiche degli incendi tra la Sila, la Sibaritide, la Locride, il Vibonese, l’Alto Tirreno cosentino, a parlare chiaro. Siamo davanti a un’emergenza reale, non a un’invenzione grillina. Ed è surreale che chi rappresenta le istituzioni provi a negare l’evidenza, solo per difendere il fallimento della giunta Occhiuto”.
Così Davide Tavernise, capogruppo del M5S in Consiglio regionale, replica duramente alla nota dell’assessore all’Ambiente Giovanni Calabrese, che ha accusato esponenti nazionali, regionali e comunali del Movimento 5 Stelle di “procurato allarme”.
“Invece di affrontare i problemi, Calabrese insulta chi li denuncia. Arriva persino a dire che ‘la Calabria non brucia’, mentre i dati del direttore regionale dei Vigili del Fuoco certificano un +67% di interventi rispetto al 2024 e la necessità di richiedere rinforzi da Lazio e Toscana. Questo non è allarmismo: è la realtà. Ed è proprio chi nega l’emergenza a fare del male alla Calabria”.
“Non solo: alla narrazione del ‘modello Calabria’ manca un dato clamoroso, che conferma l’assenza di controllo del territorio. Nel 2025, fino ad oggi, non è stato arrestato neanche un piromane. Nessun risultato sul fronte della repressione. Nessun colpevole assicurato alla giustizia. Un segnale devastante, che alimenta l’impunità e il ripetersi dei roghi”.
“Quanto ai droni, ci viene detto che sono 25. Ma dove sono? Dove hanno volato? Quali incendi sono stati prevenuti o bloccati grazie al loro utilizzo? Ancora nessuna risposta. Nessuna trasparenza. Solo annunci e trionfalismi, mentre vigili del fuoco, forestali e volontari combattono con pochi mezzi, turni raddoppiati e condizioni estreme”.
“A tutto questo si aggiunge la totale mancanza di rispetto istituzionale, che porta l’assessore ad accusare il M5S di infangare i calabresi, quando è stato proprio il presidente Occhiuto, lo scorso anno, a puntare il dito contro un bambino di dieci anni, additandolo come responsabile di un incendio. Quella sì, è stata una vergogna”.
“Chi ha responsabilità istituzionali dovrebbe difendere i cittadini con i fatti, non attaccarli con le parole. E dovrebbe avere l’onestà di riconoscere che la Calabria, oggi, ha bisogno di molto più che di slogan: ha bisogno di risposte vere, interventi seri e trasparenza totale”.