La delegazione italiana dei Verdi al Parlamento Ue con Cristina Guarda, Ignazio Marino, Leoluca Orlando e Benedetta Scuderi, commenta la possibile classificazione del Ponte sullo Stretto come spesa militare.
“Il Ponte sullo Stretto in cambio dell’aumento della spesa militare, è questo lo scambio a perdere (per l’Italia) che il governo Meloni offre all’amministrazione Trump? Giustificare un’opera inutile e dannosa come ‘infrastruttura strategica per la difesa’ per farla rientrare nei parametri NATO, rappresenta l’ennesima forzatura. Così il Ponte diventa la foglia di fico dietro cui Salvini potrà nascondere il silenzio sull’aumento delle spese militari, a cui la Lega si oppone solo a parole.”
“Ed è curioso — e inquietante — che si voglia spacciare il Ponte come asset per la difesa, quando già negli anni ottanta un documento militare lo definiva ‘la soluzione più vulnerabile dal punto di vista difensivo’: un’infrastruttura esposta ad attacchi da mare, cielo e terra, facilmente individuabile dai radar e con costi di difesa elevatissimi. Un bersaglio perfetto, non certo un presidio di sicurezza nazionale,” aggiunge. “Noi non ci stiamo, al Mezzogiorno non serve questo ponte, ma trasporti funzionanti, reti idriche moderne, sanità e servizi sociali degni di questo nome,” concludono le eurodeputate e gli eurodeputati.