Il gruppo del Pd in Consiglio regionale esprime profonda preoccupazione e indignazione per la chiusura improvvisa del Centro Antiviolenza Lanzino, un punto di riferimento fondamentale per le donne vittime di violenza. “La decisione di interrompere le attività del centro, che opera da dodici anni all’interno di una struttura di proprietà della Regione Calabria, è un atto che non possiamo accettare – spiegano i consiglieri dem – Il Centro Antiviolenza Lanzino ha offerto supporto e protezione a numerose donne in situazioni di pericolo, garantendo loro ascolto, sostegno psicologico e percorsi di autonomia. L’interruzione forzata dei servizi, causata dall’avvio senza preavviso di lavori di ristrutturazione nello stabile, creerebbe ulteriori difficoltà per molte donne che, proprio in un momento di grande vulnerabilità, si troverebbero senza il supporto essenziale fornito da questa struttura”. “Ci chiediamo come sia stato possibile arrivare a questo punto – chiedono i consiglieri del gruppo del Pd -, che compromette ulteriormente la sicurezza di chi è già vittima di violenza, sia stata decisa senza alcuna comunicazione ufficiale, né soluzione alternativa. La Regione Calabria, che ospita il centro, deve prendersi la responsabilità di risolvere immediatamente questa situazione. È impensabile che la dignità delle donne possano essere messe in discussione a causa di un’incuria amministrativa. Lanciamo, dunque, un appello al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, chiedendo che venga trovato con urgenza una soluzione per consentire la riapertura del Centro Antiviolenza Lanzino e garantire la continuità del supporto alle donne vittime di violenza”.
Chiusura del centro antiviolenza Lanzino, il gruppo del PD: “Una decisione inaccettabile considerando che il centro opera in una struttura di proprietà della Regione. Il Governo trovi una soluzione”
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