L’organizzazione di trafficanti di migranti sgominata stamani dalla Guardia di finanza con il coordinamento della Dda di Catanzaro disponeva di una grande quantità di passaporti veri in bianco, soprattutto iracheni, utilizzati anche da organizzazioni terroristiche. La circostanza è emersa da un’intercettazione agli atti dell’inchiesta.
Nella conversazione, uno degli indagati, disquisisce con un altro degli arrestati, di un passaporto di cui quest’ultimo aveva bisogno. Il primo indagato, Mhamad Abdula Tahsin, faceva quindi presente di essere in grado di procurargli quanto richiesto, in quanto disponeva di moduli in bianco, provenienti dall’Iraq, che venivano utilizzati da organizzazioni terroristiche e ricordava un episodio nel quale aveva favorito un soggetto, a suo dire un trafficante di migranti.
Tahsin, parlando con una terza persona in un’altro colloquio intercettato, aveva anche fatto riferimento alla sua ventennale attività nel traffico dei migranti sottolineando che, nel solo 2014, aveva guadagnato ben 65.000 euro. Lo stesso aveva anche evidenziato di avere diversi soggetti a lui collegati, e che era preferibile operare all’estero perché in Italia “questo lavoro è pericoloso. Negli anni passati un amico mio che lavorava qua è stato arrestato e gli hanno dato 3 anni di carcere, senza guadagnare. Io sono scappato in Bulgaria”.