“Noi non siamo contrari al Ponte sullo Stretto. Oggi però leggo di un grande colosso cinese interessato alla realizzazione del Ponte sullo Stretto. Salvini smentisca che il progetto del Ponte possa essere affidato a un colosso cinese. Non devo spiegare il perché”.
Lo ha detto la presidente di Azione, Mara Carfagna, parlando con i giornalisti a margine di una conferenza stampa a Gizzeria (Catanzaro).
L’ex ministro si è soffermata anche sul tema dell’autonomia contenuto nel ddl Calderoli. “Non siamo contrari all’autonomia differenziata. Io personalmente non sono contraria. Però, mi limito ad osservare che il dl Calderoli rischia di penalizzare il Sud perché la definizione dei Lep è demandata a una commissione di saggi, di esperti, di oltre 60 persone, ma non sono finanziati. Dire ‘superiamo la spesa storica’ è assolutamente condivisibile, ma per superarla e definire i Lep c’è bisogno di finanziarli e stanziare le risorse”.
“Quello che noi avevamo fatto con il Governo Dragi – ha aggiunto -. Su mia proposta erano stati definiti dalla commissione tecnica fabbisogni standard, perché c’è già una commissione tecnica che si occupa di definire i Lep. Poi il compito della politica è quella di stanziare le risorse, e noi stanziammo quasi due miliardi per finanziare tre Lep: asili nido, trasporto scolastico degli studenti con disabilità e assistenti sociali. Questo governo invece si limita a dire che i Lep verranno definiti ma il disegno di legge prevede che sia a costo zero questa autonomia. Mi sembra una presa in giro per il Sud. Ma, soprattutto questa autonomia rischia di non avvantaggiare il Nord”. “Sono stata in Veneto venerdì e molti imprenditori mi dicevano ‘ma è possibile che oggi dopo la pandemia, dopo la guerra Russia-Ucraina e la crisi energetica che ne è conseguita ancora pensiamo di devolvere alle Regioni 23 materie tra cui l’energia, le grandi rete dei trasporti, il commercio con l’estero, il rapporto con l’Unione europea? Veramente noi imprenditori, noi imprese, noi mondo produttivo, rischiamo di doverci interfacciare con oltre venti sistemi diversi, burocrazie diverse, procedure diverse, norme diverse su temi così importanti che lo Stato farebbe bene ad avocare a sé?’. Quindi, non siamo contrari all’autonomia, ma siamo fortemente perplessi su come l’autonomia è stata impostata da questo Governo”.
In relazione al Pnrr, Carfagna ha detto: “Sappiamo che nell’attuazione del Pnrr gli ostacoli sono tantissimi, non lo vogliamo nascondere. Però c’è un modo per stare al governo, che è quello di affrontare i problemi e tentare di risolverli e l’altro che è quello, invece, di fare allarmismo e di lavorare, magari, per vincere le prossime elezioni non per risolvere i problemi. Questo governo si è perso in questi mesi più nelle polemiche sui rave, sulle Ong, sul dibattito sul fascismo, piuttosto che sulla questione del Pnrr. I risultati si vedono perché il dossier è praticamente fermo: a distanza di sei mesi non sappiamo quali sono i capitoli che vogliono cancellare o riscrivere”.
“Ricordo – ha aggiunto la presidente di Azione – che noi, in meno di un mese, ereditammo un Pnrr scritto dal governo Conte due ma non dicemmo ‘non lo abbiamo scritto noi; è impossibile realizzarlo e, quindi, perdiamo i soldi’. No, ci mettemmo a lavorare a testa bassa, riscrivemmo quello che era possibile riscrivere e, soprattutto, lo presentammo nei tempi stabiliti a Bruxelles perché lo approvasse, perché eravamo consapevoli che si tratta di un grande piano di investimenti, il più grande dal dopoguerra in poi, per modernizzare infrastrutture, ferrovie, scuole, porti, presidi sanitari. Qui rischia di saltare l’architrave più importante del Pnrr. Lo dico qui, dalla Calabria. Qui rischia di saltare quel vincolo del 40% dei fondi destinati al Mezzogiorno che noi avevamo individuato come strumento per ridurre i divari territoriali, facendo un lavoro molto difficile di sostegno, di monitoraggio h24, di assistenza alle amministrazioni locali. Oggi leggiamo che tra i progetti sacrificabili ci sarebbero quattro tratte ferroviarie tutte al Sud. Allora, il ministro Salvini spieghi se è vero o no e il presidente del Consiglio chiarisca qual è l’idea di Nazione. È una Nazione che volta le spalle a venti milioni di cittadini meridionali, di lavoratori, di imprese? Siamo pronti a dare una mano, ma serve un’azione di monitoraggio, di sostegno, di vigilanza, ma, soprattutto serve chiarezza e trasparenza. Noi vogliamo sapere quali sono i progetti che il governo intende rinegoziare con Bruxelles. Ne parlano, ormai, da più di sei mesi, ne parlavano già durante la campagna elettorale. Non sappiamo quali siano questi progetti. Non lo sa nemmeno la commissione europea che aspettava le proposte del governo italiano a febbraio. A febbraio non sono arrivate. A marzo non sono arrivate. Adesso siamo ad aprile ed addirittura parlano di arrivare a maggio. Quindi, chiediamo trasparenza e vogliamo sapere soprattutto cosa ne sarà del 40% dei fondi da destinare alle regioni del Mezzogiorno”.
“Se c’è un problema di capacità amministrativa degli Enti locali, e sappiamo che questo problema c’è e noi intervenimmo con una serie di azioni – ha concluso Mara Carfagna – si intervenga però ci si dica quali sono i problemi e noi daremo il nostro contributo”. (ANSA).