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Sottoscritto protocollo d’intesa per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie in Calabria. Il ministro Piantedosi: “Segnale tangibile della presenza dello Stato”

di Gaia Serena Ferrara – È avvenuta oggi presso la prefettura di Catanzaro la sottoscrizione di un protocollo d’intesa per una più efficace politica di valorizzazione dei beni confiscati presenti sul territorio della Regione Calabria.

Presente ai lavori del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica il ministro dell’interno Matteo Piantedosi che, prima di procedere ai lavori, ha inaugurato la nuova sede operativa della DIA del capoluogo.

Nello specifico, i beni confiscati alla criminalità organizzata rappresentano un patrimonio di enorme valore non solo per l’oggettivo prestigio patrimoniale ma soprattutto per il loro grande significato simbolico: sono, infatti, il segno tangibile dell’azione dello stato contro le mafie.

Non a caso, La valorizzazione dei beni confiscati alle mafie è uno dei principali interventi previsti dal PNRR. Secondo quanto stabilito dall’agenzia per la coesione territoriale, infatti, ammonterebbero a circa 300mln le risorse da destinare alla realizzazione di circa 200 progetti nelle 8 regioni del Mezzogiorno fra cui ovviamente la Calabria.

Lo scorso maggio 2022, la Calabria risultava la terza regione per numero di immobili confiscati ancora in gestione (con 1953 unità) e seconda per numero di beni destinati (con 3098 unità).

Nel corso della firma del protocollo, anche Roberto Occhiuto ha preso la parola affermando: ”Questo protocollo è strategico per il governo regionale che nasce da una interlocuzione nei mesi passati col ministro con il quale parlavamo appunto delle attività finalizzate ad una migliore gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata”.

Un’attività strategica che già era in corso e che si giustifica nella misura in cui bisogna dare anche un segnale forte ai cittadini: che lo Stato è più forte della mafia.

“La Calabria è una regione dove molti comuni versano in condizioni difficili a livello economico, ma anche strutturale – continua Occhiuto – per cui ritengo fondamentale che la regione si mettesse a fianco alle autonomie locali per rendere evidente ai cittadini calabresi che lo stato sa gestire meglio della mafia i beni culturali del territorio”.

Già qualche mese fa il governo regionale aveva previsto un fondo a disposizione dei comuni calabresi, per consentire loro di avvertire anche il supporto della regione e procedere a questa valorizzazione.

“Ai fondi già previsti aggiungeremo risorse – dice Occhiuto – verso le istituzioni ma anche verso le imprese sociali. Anche l’abbattimento degli immobili confiscati perché abusivi, è un atto simbolico: collassano perché lo stato è presente ed è più forte dei poteri criminali”.

Il governo regionale si dice accanto ai comuni, ma al contempo il coinvolgimento attivo del ministro Piantedosi dà un contributo e un supporto fondamentali. “Immensa la gratitudine dei calabresi” aggiunge Occhiuto a riguardo.

Il ministro Piantedosi a sua volta nel corso del suo intervento ha sostenuto: “Il protocollo è sintomo e frutto di una collaborazione già esistente votata a dare ai cittadini segnali tangibili della presenza dello Stato”.

“Anche la stessa inaugurazione del centro operativo della DIA di Catanzaro stamane – ha proseguito – è orientata proprio a rafforzare il nostro impegno e la nostra azione per quanto riguarda la promozione della legalità in tutte le sue accezioni e declinazioni”.

“Sono soprattutto orgoglioso delle nostre forze di polizia – ha aggiunto Piantedosi – e infatti il senso del protocollo è quello di dare un aiuto alle forze di polizia tramite la confisca dei beni alla criminalità organizzata”.

L’aspetto specifico del protocollo è intermediazione e sostegno della regione nell’intercettare le opportunità di confisca e valorizzazione e riutilizzo dei beni. In questo senso quindi individuare e progettare le opportunità diventa fondamentale, e quindi fra agenzia e il destinatario finale aggiungiamo uno strumento per una migliore e più efficiente collaborazione.

“Significa dare valore operativo ma anche simbolico” – afferma il ministro.

“Il nostro interlocutore deve capire quali sono le opportunità offerte dalla nostra regione. Lo scopo quindi non è il mero riutilizzo di un bene ma avere la certezza del fatto che il bene abbia e trovi il suo utilizzo sociale! L’impegno dell’amministrazione è capire che non esiste una logica casuale nell’acquisizione del bene da parte dell’ente locale, ma che il tutto è parte di una strategia finalizzata a che il bene sia rivalorizzato. Realtà che sono sempre esistite ma che vanno riscoperte, trovate riconosciute e sfruttate al meglio” – ha sostenuto Bruno Corda, direttore dell’Agenzia Nazionale beni sequestrati e confiscati.

A tutto ciò il ministro Piantedosi aggiunge la menzione dell’esistenza di un Meccanismo di funzionamento intermedio di sostegno alle imprese e alle aziende, a dimostrazione che il focus non riguarda solo comuni ed enti locali.

Sulla vicenda Cospito il ministro ha poi commentato: “La vicenda fa parte della cronaca nazionale e preferisco lasciare ogni valutazione alle forze investigative dalle quali è dipesa dopotutto l’applicazione del regime del 41bis”.

E Sul tema degli anarchici a Milano e dell’idea di Salvini di inasprire la normativa sulle manifestazioni “violente”, il ministro ha aggiunto: “Credo che tutto dipenda da una valutazione di carattere etico che riguarda il trattamento delle forze dell’ordine e i rischi che da loro vengono corsi in queste occasioni. Spesso sono oggetto loro stessi di azioni violente e pregiudiziali. Non dovremmo dimenticarlo questo, molto spesso queste manifestazioni hanno come principio fondante l’avversità verso le forze di polizia. Della loro gestione equilibrata io mi dico sempre orgoglioso, perché sono manifestazioni che alla fine si chiudono sempre con la minore violenza possibile”.

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