”Anziché piangere sul latte versato, interroghiamoci sul perché un criminale come Massimiliano Sestito, reo di aver ucciso anche un carabiniere nel 1991, si trovasse con un semplice braccialetto elettronico agli arresti domiciliari”. Così in una nota Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di Polizia Coisp, in riferimento all’evasione del killer ‘ndranghetista a Milano.
”Episodi di questo tipo – prosegue – generano un forte sentimento di insicurezza nei cittadini e relegano lo Stato in un vero e proprio cono d’ombra, quasi fosse incapace di salvaguardare perfino la memoria di tutti coloro che hanno dato la propria vita per difenderlo”. ”La cosa che più di altre ci amareggia – aggiunge – è che chi sostiene lo Stato di diritto, troppo spesso ha più a cuore i diritti dei carnefici anziché quelli delle vittime: nel nostro Paese, infatti, assistiamo a paradossali dibattiti sulla difesa dei principi costituzionali in difesa di chi commette reati efferati, ma raramente ascoltiamo affermare i diritti costituzionali di chi ha perso la vita” conclude.