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Sanità, Mazzella (M5S): “Sud penalizzato, basta usarla come bancomat”

“La nostra richiesta di audire il commissario della Regione Calabria o anche solo l’Agenas è stata respinta”. Lo dichiara nel suo primo intervento in aula il senatore del M5s Orfeo Mazzella.

“Prendiamo atto del fatto che voler approfondire, comprendere, ascoltare non è una prerogativa di questo governo. Come dichiara la Magistratura contabile ‘il sistema sanitario non è in grado di garantire su tutto il territorio nazionale un’assistenza uniforme, per quantità e qualità’. Secondo la Corte, la spesa sanitaria corrente riconosciuta al Sud è arrivata a toccare, più recentemente, i 2.046 euro pro capite, a fronte dei 2.152 euro attributi al Centro-Nord”.

“Quindi – evidenzia – ogni meridionale ha percepito 106 euro in meno rispetto al cittadino centrosettentrionale. Spiegate in altre parole, se ciascuno dei 20 milioni di cittadini del Mezzogiorno, escludendo le isole, avesse percepito quei 106 euro in più, il Sud avrebbe potuto contare su 2,2 miliardi di euro ulteriori. I Piani di rientro, affidati ai commissari, sono accordi tra lo Stato e le Regioni che registrano disavanzi di una certa entità nei conti della sanità e sono stati sottoscritti per la prima volta da alcune regioni a partire dal 2007. Il Commissariamento delle sanità regionali è dunque la cartina di tornasole del fallimento di una riforma che ha frammentato la sanità nazionale in 20 diversi e poco uniformi sistemi sanitari”.

Secondo Mazzella, “così s’è creato un Paese che corre a due velocità, negando diritti essenziali a milioni di cittadini.Basti pensare che nel 2017, oltre un milione di meridionali sono ‘migrati’ in cerca di cure, spendendo 4,6 miliardi di euro. Ad esempio, solo nel 2019, i campani e i calabresi hanno speso rispettivamente 340 e 221 milioni di euro, attratti dalle cure della sanità lombarda, veneta, emiliana e piemontese. Addirittura ogni anno il 50% dei siciliani si fa curare al Settentrione. Parliamo di 67mila ricoveri fuori regione per pazienti oncologici. La mobilità sanitaria è il fallimento dei governi regionali che hanno utilizzato la sanità come il loro bancomat”, conclude Mazzella.

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