“Siamo alle solite …. Anche questo governo – si legge in una nota di LI.SI.PO – fa “cassa” sui pensionati. Le pensioni più basse saranno aumentate di poche decine di euro, mentre chi si trova in una fascia media perderà circa 1.200 euro l’anno. Per il biennio 2023-2024 il governo Meloni ha deciso di adottare un nuovo sistema di perequazione delle pensioni, per aumentare gli importi minimi, tagliando progressivamente gli assegni più alti. Parrebbe, secondo autorevoli organi di informazione che a venire penalizzati dalla riforma saranno i pensionati che ricevono assegni tra i 1.500 e i 1.600 euro netti al mese, il ceto medio. Tale variazione si basa sul decreto firmato dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che ha fissato al 7,3% la quota di indicizzazione al caro vita per l’adeguamento che scatterà a gennaio 2023″.
A tal riguardo il Segretario Generale Nazionale del Libero Sindacato di Polizia (LI.SI.PO.) Antonio de Lieto ha dichiarato: “Milioni di pensionati, sono costretti a vivere nella miseria più nera. Pensionati con solo 500 euro al mese o anche meno, tanti portatori di handicap, che hanno come unico reddito, meno di 300 euro di pensione di invalidità e tante altre situazioni che costringono milioni di pensionati, a sacrifici e rinunce quotidiane, sacrifici enormi che inducono tanti a rinunciare persino a curarsi, perché costretti a scegliere se mangiare o curarsi. Anche questo governo come i precedenti, si guarda bene di parlare di riformare veramente le pensioni, non per renderle ancora più povere, ma per permettere a tutti i pensionati di vivere decentemente.
Le pensioni sono praticamente ferme da quasi 30 anni e, addirittura le pensioni con un importo pari o superiore a 1.500 e i 1.600 euro lorde al mese, saranno penalizzati. Al riguardo Il LI.SI.PO. invita tutti i componenti del governo a provare solo per un mese se riescono a vivere dignitosamente con 1.500 /1.600 euro tenuto conto dei rincari sui generi di prima necessità, bollette, ecc. ecc. L’Italia accoglie una enormità di profughi o presunti tali, per ognuno dei quali spende, almeno 35 euro al giorno, per un importo di oltre mille euro al mese.
Se si ritiene che per un profugo sia necessario spendere almeno mille euro al mese, per assicurargli l’indispensabile, perché vi sono tantissimi cittadini italiani, pensionati, costretti a vivere con 500 euro o anche meno, al mese? Il Libero Sindacato di Polizia (LI.SI.PO.), invita il Governo ad elevare le pensioni al minimo e quelle di invalidità, a mille euro al mese, oltre che per una evidente necessità assicurare una vita decente a dei pensionati destinatari di trattamenti pensionistici totalmente inadeguati, anche per una questione di elementare giustizia.
Che dire poi della crociata contro quelle persone che percepiscono il reddito di cittadinanza? Sembrerebbe che il problema per gli italiani cui merita la massima priorità da parte del governo sia il reddito di cittadinanza, non si parla di altro, se non della cancellazione e/o modifica del R.D.C. come promesso in campagna elettorale. Certo – ha evidenziato il leader del LI.SI.PO. – questi “grandi” personaggi non hanno il problema di come sbarcare il “lunario” contrariamente, i più sfortunati hanno il dilemma di trovare i soldi per poter mangiare, pagare le bollette ecc. E’ diffuso in taluni, il convincimento che tanti percettori del reddito di cittadinanza “sono dei fannulloni e non hanno alcuna voglia di lavorare”.
Forse questi individui vivono su marte e “dormono sogni sereni”. Diversamente si sarebbero avveduti dei svariati milioni di disoccupati giovani e non solo, persone di avanzata età e persone con moglie e figli senza alcun sostentamento. Questi “fenomeni” sono bravi solo a puntare il dito verso le persone più sfortunate. Questi illustri soggetti non si avvedono degli oltre 5milioni di italiani che vivono in povertà estrema, così come si disinteressano dei tanti clochard che dormono per strada, e spesso si è dovuto constatare la morte di alcuni di essi.
A costoro non interessa che a seguito dell’eventuale abolizione e/o modifiche penalizzante del R.D.C. possono verificarsi sommosse. Tanti cittadini italiani – ha concluso de Lieto – non sono finiti nelle “maglie” della criminalità grazie al sostentamento del reddito di cittadinanza, è risaputo che in situazioni emergenziali chiunque pur di assicurare un pezzo di pane ai propri figli è predisposto ad “arruolarsi” nelle file della criminalità. Ad oggi, ciò non è avvenuto proprio grazie al reddito di cittadinanza!!!”.