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Giustizia, Gratteri: “Mai come ora riforme che non servono”

“Molte cose non le posso dire perché non voglio fare il gioco di nessun partito politico ma mai come in questo governo di larghe intese, solo Fratelli d’Italia all’opposizione, si stanno facendo tutte quelle riforme della giustizia che non servono assolutamente a risolvere i problemi della giustizia”. Lo ha detto il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri parlando agli studenti all’università di Ingegneria dell’Università Politecnica delle Marche in occasione della Giornata della Legalità, nel 30/o anniversario della Strage di Capaci in cui morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Nel suo intervento Gratteri, uno dei massimi esperti nella lotta alla mafia e alla ndrangheta in particolare, che riceverà un dottorato honoris causa in Marketing e Law da Univpm e nel pomeriggio la cittadinanza onoraria di Ancona dal Comune, ha ricordato i “gattopardi”, “persone che commemorano Falcone dopo averlo calunniato in vita” e si è soffermato sulla necessità che gli studenti guardino con “occhio critico” a queste iniziative, abbiano il “coraggio di criticare, a costo di dispiacere il manovratore, il potere”. In questo contesto, il riferimento alla riforma della Giustizia.

“Se questo approccio di modifiche normative ci fosse stato 15-20 anni fa – ha attaccato – avremmo avuto tre girotondi attorno a Palazzo di giustizia di Milano, avremmo sui giornali più importanti d’Italia notizie a caratteri cubitali contro il governo, oggi sono tutti assieme e nessuno può parlare. Il potere reale sta facendo apparentemente piccole modifiche che nulla, apparentemente, hanno a che fare con il contrasto alle mafie”. Ma, ha aggiunto, “ogni piccola modifica normativa è un segnale alle mafie, di tendenza, di come sta andando il vento. Questo le mafie lo capiscono perfettamente, – ha concluso – non lo capisce chi non è nel mondo della criminalità organizzata, chi non studia, chi non fa ricerca, chi guarda solo trasmissione tv d’intrattenimento, chi non legge libri”.

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