“Reggio Calabria – prosegue Suraci – non teme il confronto con Pordenone, vanta storia, cultura e tradizioni millenarie, oltre che un’ottima capacità di programmazione, per cui il divario che si vuole rappresentare ancora una volta è offensivo nei confronti della sua comunità e delle numerose associazioni che la rappresentano. Il tema non è la presentazione della città di Reggio candidata a città della cultura, bensì il disegno di premiare una scelta politica e non meritocratica secondo la logica atavica che punta ad affossare sempre e comunque una città meridionale che lavora per emergere positivamente. Ed in considerazione di ciò è necessario indagare sui veri motivi che hanno portato a questo risultato che a questo punto appare chiaro ha una matrice ben lontana dall’essere definita culturale”.
“La senatrice Tilde Minasi – prosegue Suraci – che oggi polemizza sui social dovrebbe saperne qualcosa. E’ evidente che la sua uscita sia solo un modo per strumentalizzare politicamente questa vicenda. Ma così facendo non fa che attaccare migliaia di cittadini ed associazioni che spontaneamente hanno aderito e lavorato sul dossier che comunque, come ha affermato il sindaco, sarà attuato anche prima del 2027. Peraltro è assurdo che un consigliere comunale della Lega abbia affermato che la Senatrice Borgonzoni della Lega tifava per Reggio, evidentemente a differenza della sua collega reggina senatrice Minasi che invece tifava chiaramente contro la propria città”.
“Chi interpreta il proprio ruolo istituzionale esclusivamente con una visione di parte – conclude Suraci – tentando di rispondere a logiche di partito, non farà molta strada. Soprattutto quando si tratta di una classe dirigente come quella della destra calabrese, che ha votato l’autonomia differenziata contro il proprio territorio, continuando ad agire seguendo esclusivamente gli ordini di partito. La storia spazzerà via questi personaggi che pur di contrattare un posticino al sole svendono la propria terra ed insultano la propria comunità. Intelligenti pauca”.