<<Abbiamo letto in chiaro e in filigrana con una lente particolare, e anche nuova, gli effetti devastanti del terremoto del 1783, una delle più grandi catastrofi della storia moderna che colpì le province di Reggio, Vibo, Catanzaro e Crotone>>. Finiscono così, con le parole del responsabile scientifico del convegno, prof. Vincenzo Cataldo, le tre giornate di studio dal titolo “La Calabria dopo il terremoto del 1783. Dall’emergenza alla ricostruzione”; un evento sismico di portata straordinaria che ha mutato, è stato detto da più parti, l’economia, il modo di pensare e l’architettura costruttiva dei centri della Calabria.
Nella sala consiliare di Taurianova, dopo i saluti iniziali del sindaco Rocco Biasi, dell’assessore alla cultura Maria Fedele e del presidente della Deputazione di Storia Patria per la Calabria prof. Giuseppe Caridi, don Letterio Festa ha reso note le informative inviate al papa da Napoli durante il sisma. Con la Cassa Sacra, ha detto sostanzialmente, Napoli incamerò un considerevole patrimonio di beni ecclesiastici di inestimabile valore provenienti dalla Calabria. Il prof. Mario Panarello ha dato una lettura delle opere presenti a Taurianova del grande architetto serrese Biagio Scaramuzzino, mentre il prof. Giosofatto Pangallo, alla luce di nuovi documenti, si è soffermato sulla distruzione di Seminara. Giovanni Quaranta ha fornito un aggiornamento sul numero dei morti di alcuni paesi della Piana di Gioia Tauro attraverso delle memorie d’epoca e ha individuato in alcuni centri chiese non più esistenti. Giovanni Russo ha enucleato quali sono state le condizioni emanate per la costruzione della nuova Polistena. Ha concluso il prof. Cataldo con un report sulle vendite compiute dalla Cassa Sacra a Crotone e sulle malversazioni che hanno caratterizzato le operazioni di alienazione. E parlando di restauro di grandi edifici sacri, è stata ricordata la relazione di Giorgio Metastasio che con documenti d’archivio ha ricostruito il piano di riedificazione, a più fasi, del monastero di S. Giovani Theristis di Stilo.
Le giornate di studio, organizzate dall’Associazione Promocultura di Gerace, erano iniziate proprio a Gerace per proseguire a Vibo Valentia e quindi a Taurianova. Il vescovo della diocesi di Oppido-Palmi, mons. Francesco Milito, e il professor Caridi hanno plaudito alla sinergica iniziativa culturale che ha coinvolto più discipline, 11 enti e tre centri importanti. Il prelato, nel tracciare ulteriori piste di indagine, ha incoraggiato gli organizzatori a proseguire con la formula dell’itineranza, tesa a coinvolgere diverse identità territoriali calabresi. <<Le tre giornate di studio – ha aggiunto Cataldo – saranno ancora più efficaci e incisive con la pubblicazione degli atti, in modo da far conoscere ad una platea più larga possibile l’evento drammatico che ha cambiato non poco la vita dei nostri antenati i cui riflessi si notano ancora oggi>>.