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Presentato a Cerenzia (Kr) il libro “Occhiu alla sanità”, il chirurgo Brisinda rilancia sulla necessità di potenziare gli ospedali delle aree montane

La Sala consiliare del Comune di Cerenzia (Crotone) ha ospitato ieri, venerdì 19 dicembre, alle ore 17.30, la presentazione del libro Occhiu alla sanità di Emiliano Morrone, pubblicato da Falco Edizioni. È stato un appuntamento partecipato e attento, anche con un confronto civile sul diritto alla salute e sulle condizioni della sanità calabrese.

Ha introdotto il sindaco Salvatore Mascaro, che ha spiegato le ragioni della scelta dell’amministrazione comunale di Cerenzia di promuovere la presentazione del libro. Mascaro ha richiamato il valore pubblico dell’opera di Morrone, definendola uno strumento utile a rafforzare la consapevolezza dei cittadini su un diritto fondamentale, spesso compresso in Calabria da scelte politiche e amministrative sbagliate. Secondo il sindaco, il libro rappresenta un’occasione per riportare il tema della sanità nel cuore del dibattito democratico, partendo dai territori.

La presidente della Pro Loco, Isabella Sganga, ha chiesto all’autore di soffermarsi esplicitamente sul valore civile del volume, evidenziando come Occhiu alla sanità vada oltre la denuncia giornalistica e chiami in causa le responsabilità collettive, sollecitando una presa di posizione delle comunità. Sganga ha sottolineato l’importanza di iniziative culturali che creino coscienza critica, soprattutto nelle aree interne.

Il docente di Lettere Giovanni Iaquinta ha offerto una lettura attenta del libro dal punto di vista contenutistico e stilistico. Iaquinta ha rimarcato la forza espositiva del testo, l’elevato livello di approfondimento e la solidità della documentazione utilizzata da Morrone. Nel suo intervento, ha poi richiamato uno dei passaggi d’impatto civile del volume: il riferimento alla proposta di legge regionale di iniziativa popolare, di cui il libro dà conto, che il comitato civico La cura si accinge a presentare al Consiglio regionale della Calabria. Si tratta di una proposta che mira al potenziamento degli ospedali dei Comuni montani di Acri, San Giovanni in Fiore, Serra San Bruno e Soveria Mannelli, con l’obiettivo di garantire servizi sanitari adeguati nelle aree interne.

Nel suo intervento, Emiliano Morrone ha illustrato i contenuti del libro e il percorso di inchiesta che lo ha portato a ricostruire le dinamiche che hanno progressivamente indebolito il Servizio sanitario calabrese. Morrone ha ribadito la necessità di uscire dal Piano di rientro, che ha definito inadatto a garantire il diritto alla salute e per via dei tagli molto pesanti ai servizi essenziali. Ha poi posto l’accento sui criteri di riparto delle risorse ai Servizi sanitari regionali, spiegando come quelli attuali penalizzino in modo grave la Calabria, accentuando disuguaglianze territoriali già forti.

L’autore ha allargato lo sguardo al contesto europeo, sostenendo che l’attuale sistema monetario dell’Unione europea abbia prodotto effetti devastanti sui servizi pubblici, a partire dalla sanità, e abbia reso strutturali tagli che colpiscono soprattutto le regioni più in difficoltà. Da qui l’esortazione all’impegno e alla lotta in una logica territoriale, fondata sulla consapevolezza dei diritti e sulla capacità di costruire vertenze collettive. Morrone ha insistito più volte sull’importanza di una rivoluzione culturale che spinga comunità e singoli a non accettare più di pagare prezzi enormi, in Calabria, per vedere negato il diritto alla salute. In questo senso, il libro si propone come uno strumento di conoscenza e di mobilitazione.

Al centro dell’intervento di Morrone è emersa con forza l’idea di una sanità concepita e difesa come bene comune, dentro una logica di comunità. Il Noi, evocato dall’autore, si pone in contrasto netto con l’Io della dimensione individualistica dominante, che ha favorito rassegnazione e frammentazione. Per Morrone, senza un cambio di paradigma culturale e politico, ogni rivendicazione rischia di restare isolata e inefficace.

Alla presentazione ha partecipato il professore Giuseppe Brisinda, chirurgo del Policlinico universitario Gemelli di Roma, che ha offerto un contributo tecnico di particolare rilievo. Brisinda ha smontato con argomenti puntuali le tesi di quei politici e comitati che propongono un generico potenziamento dell’emergenza-urgenza, giudicato insufficiente. Ha spiegato perché un territorio vasto e complesso come quello silano abbia bisogno di un ospedale qualificato, in linea con la proposta sostenuta dal comitato La cura. Il chirurgo e docente universitario ha espresso un plauso per l’iniziativa del comitato e ha dichiarato la propria disponibilità a dare un contributo concreto affinché l’ospedale di San Giovanni in Fiore possa avere un reparto di Chirurgia con Terapia intensiva e almeno 100 posti letto.

Il dibattito si è chiuso in un clima di forte attenzione e partecipazione. I presenti hanno apprezzato la qualità del confronto, fondato su argomenti tecnici e politici esposti con grande chiarezza. La presentazione di Occhiu alla sanità a Cerenzia ha confermato come la riflessione sulla sanità calabrese non riguardi soltanto gli addetti ai lavori ma investa direttamente le comunità, chiamate a difendere un diritto che resta essenziale per la dignità delle persone e la sopravvivenza dei Comuni interni. 

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