“Ecco che cosa ho pensato: affinché l'avvenimento più comune divenga un'avventura è necessario e sufficiente che ci si metta a raccontarlo” - Jean-Paul Sartre
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In ricordo di Claudio Pezzuto e Fortunato Arena, uccisi il 12 febbraio 1992 dalla criminalità organizzata: lo studente Andrea Cacozza del liceo “Filolao” di Crotone ricostruisce la loro tragica vicenda

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, nell’ambito del progetto #inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità, affida la storia di due giovani carabinieri ligi al loro dovere, Claudio Pezzuto e Fortunato Arena, uccisi il 12 febbraio 1992 dalla criminalità organizzata, alla ricostruzione dei fatti accaduti ad opera dello studente Andrea Cacozza della classe III sez. C del liceo scientifico “Filolao” di Crotone.
“Il 12 Febbraio 1992 Claudio Pezzuto e Fortunato Arena, carabinieri in rientro alla stazione di Faiano, a Pontecagnano, in provincia di Salerno, si accorgono di un fuoristrada bianco fermo al lato della strada, con dentro due persone. L’agente Pezzuto si avvicina e chiede loro la patente. Durante i controlli uno dei due passeggeri scende dal mezzo e prende un’arma nascosta nel retro dell’auto. Ne approfitta per avvicinarsi alla macchina degli agenti e spara ad Arena. Durante la confusione Pezzuto prova a difendersi, viene ferito dall’altro passeggero che si trovava ancora nel fuoristrada. Il carabiniere ferito, si rifugia sotto un porticato di un negozio mentre viene inseguito da uno dei due attentatori che lo colpisce. Gli attentatori fuggono con il fuoristrada e nel frattempo arrivano i vigili urbani che chiamano i soccorsi, che non fanno in tempo a portare i due carabinieri all’ospedale. Entrambi muoiono all’interno dell’ambulanza lasciando, così, le loro rispettive famiglie e segnando un profondo lutto all’interno di Friano. Le indagini dell’omicidio puntano a Massimo Cavallaro, un associato alla mafia locale, sospettato di essere il proprietario del mezzo. Da ciò si evince la difficoltà delle forze dell’ordine e il continuo rischio che devono affrontare nel difficile compito di proteggere la comunità.”
L’insegnamento della legalità costituisce una delle frontiere educative su cui la guardia non può essere mai abbassata; soprattutto attraverso attività idonee, come la formazione e i progetti, il cui scopo tenda a creare un circolo virtuoso fra i giovani cittadini e le istituzioni, specialmente in accordo con le amministrazioni locali, per incentivare l’assunzione di responsabilità del singolo verso la collettività.
Il CNDDU invita nuovamente gli studenti e i docenti ad aderire al progetto #inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità. Gli elaborati possono essere segnalati al CNDDU che li renderà visibili sui propri canali social (email: coordinamentodirittiumani@gmail.com)

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