In considerazione della deliberazione da parte del comune di Crotone, avvenuta in data 30 agosto 2023, che impegna la Regione Calabria ad istituire un Distretto Produttivo Regionale funzionale alla Transizione Ecologica e Digitale, mediante un Tavolo Interistituzionale (Imprese, Sindacati, Scuole, Università, Centri di ricerca, Ordini Professionali, Camera di Commercio e Istituti bancari), con l’intento di approntare un piano di riqualificazione e potenziamento delle risorse del territorio crotonese, incentrato sulla sostenibilità ambientale, tenendo conto delle esigenze dei cittadini e delle caratteristiche peculiari della provincia, atto a: “garantire il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri”, mi permetto di estrinsecare alcune considerazioni.
Il degrado ambientale del pianeta, condizione oggettiva e tangibile nell’esperienza di tutti, sta raggiungendo livelli irreversibili; infatti sia i 17 obiettivi previsti dall’Agenda 2030 dell’ONU, sia il Green deal europeo o Patto Verde toccano proprio la salvaguardia dell’ecosistema.
La realtà crotonese, caratterizzata durante il Novecento da un forte sviluppo produttivo, attualmente si segnala invece per il forte disagio economico e le difficoltà nella realizzazione di un’efficace riqualificazione dell’area industriale dismessa.
In tale contesto, a maggior ragione, il “Tavolo Interistituzionale per il Distretto Produttivo Regionale funzionale alla Transizione Ecologica e Digitale” può costituire un’opportunità irripetibile per rilanciare la provincia di Crotone e permetterle di conseguire una posizione di rilievo nella costruzione di un futuro diverso, migliore, per i nostri cittadini.
Il Distretto ha le potenzialità, se articolato in modo partecipato, condiviso e sinergico, per condurre alla realizzazione di un nuovo modello di sviluppo territoriale in cui i vantaggi, in termini di servizi, tutela paesaggistico-ambientale, incremento del reddito pro-capite, sarebbero molteplici e significativi.
Avviare quindi uno “sviluppo dal basso”, tenendo conto del background personale e dell’esperienza accumulata dalle singole persone della provincia crotonese, individuando le sedimentazioni imprenditoriali e culturali dell’area e sfruttando le risorse del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale(FESR), del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR), del Fondo Sociale Europeo (FSE+) e del Piano Nazione Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) in modo da dar vita a una matrice intersettoriale locale può costituire una svolta epocale.
Il distretto deve avere l’obiettivo di rendere “appetibile” Crotone e la sua provincia. Sarebbe determinante, in una simile prospettiva, far maturare nell’area di Crotone le competenze, il sapere cognitivo, scientifico ed imprenditoriale, senza trascurare il settore agro-alimentare e turistico, ambiti che verrebbero fortemente avvantaggiati e nobilitati proprio dalla politica gestionale-organizzativa del Distretto.
È importante cominciare a proporre un team / comitato di tecnici che possano supportare – orientare lo sviluppo del percorso da intraprendere.