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Città Unica, visioni differenti: le voci del dibattito organizzato da Nazione Futura. Caruso: “Un’annessione”. Principe: “Andremo al Tar”. De Francesco: “Una realtà che vogliono i cittadini”

La città unica di Cosenza è una grande opportunità. No è una forzatura. Nel dibattito odierno organizzato a Cosenza da Nazione Futura. Un dibattito che ha fatto registrare anche toni accesi tra le diverse posizioni.

Nell’introduzione, Vincenzo Campanella, coordinatore di nazione Futura e organizzatore dell’incontro, ha sottolineato – si legge in un comunicato stampa dello stesso – come questo dibattito sia stato il primo realmente democratico e partecipato con la presenza di favorevoli e contrari.
In un videomessaggio, Simona Loizzo, deputato della Lega, ha ricordato di avere presentato per prima, da consigliere regionale,la proposta di legge. “Dobbiamo costruire la città che sognava Giacomo Mancini – ha detto Loizzo – con intorno il progetto universitario.”
Giuseppe Graziano ha esaltato “le opportunità di crescita per il territorio. Finanziamenti complessivi e forti senza perdere nessuna identità. Anche se il referendum è consultivo se vincerà il no bisognerà fermarsi “.
Giovanni Greco, in rappresentanza del Comune di Castrolibero, ha fortemente contestato il disegno di legge regionale. “C’è una mancanza assoluta di democrazia – ha detto Greco – e non c’è stato nessuno sforzo per unire i territori. Bisognava unire i territori e non dividerli – ha detto ancora Greco. Tutti i servizi che oggi garantiamo a Castrolibero saranno cancellati in caso di fusione.
Francesco Caruso, consigliere comunale e già vice sindaco di Cosenza, ha affermato: “I contrari alla città unica sono pochi e quelli che lo sono difendono il campanile. I cittadini vogliono questa unica realtà per dare slancio a tutta la provincia. Anche per me il referendum deve essere vincolante e sono certo che vincerà il sì”.
Per Franz Caruso, sindaco di Cosenza “mettere insieme un comune dissestato e un comune commissariato per infiltrazione mafiosa è un disastro. E questo annuncia il disastro che il centrodestra sta presentando. Ho messo nel mio programma il progetto sulla città unica – ha aggiunto Caruso – ma non in questo modo. Un modo che calpesta Rende, che non ha voce, e che somiglia a un’annessione. Bisognava programmare i servizi comuni e arrivare a un percorso realmente democratico – ha aggiunto il sindaco di Cosenza – ma il centrodestra calabrese fa come quello nazionale che approva l’autonomia differenziata infischiandosene dei Vescovi e del Sud. Un centrodestra che ha presentato uno studio di fattibilità ché non dice nulla – ha detto Franz Caruso – escludendo l’area sud, Montalto Uffugo e altre realtà contermini.
“Il centrodestra ha accelerato i tempi – ha concluso il sindaco di Cosenza,- perché vuole fare semplicemente un blitz politico che non c’entra nulla con la mia idea di città unica. Un dibattito che ha registrato poi discussioni accese tra i relatori”.
Franco Iacucci, vice presidente del consiglio regionale, ha detto che “questa è stata la prima occasione per mettere veramente a confronto chi è favore e chi è contrario. Noi siamo per la città unica ma non per questa legge voluta dal centrodestra. Se arriveremo al referendum voteremo si. Ma al centrodestra chiediamo di fermarsi e di non procedere a colpi di maggioranza”.
“Chi paga i debiti del comune in dissesto?” ha aggiunto Iacucci. “Noi siamo per la città unica ma non per questa legge. Ovviamente il referendum deve essere vincolante ma non per singolo comune come vorrebbe il sindaco di Castrolibero – ha concluso Iacucci-; e devo sottolineare la correttezza di Luciana De Francesco nel lavoro dell’iter legislativo in commissione”.
Sandro Principe ha detto che “grazie a Nazione Futura si è costruita una bella pagina di democrazia. Per parlare di città unica bisogna parlare di storia – ha continuato Principe -. C’è una destra che pensa che la città unica significhi una realtà infima cancellando una grande storia. A Rende, dal Metropolis al Parco Acquatico, al viale Principe, all’università tutto quello che abbiamo costruito a Rende serviva all’area urbana e alla Calabria intera e non a un solo comune. Noi espropriammo 250 ettari per fare l’università mentre a Mendicino non si espropriarono 15 ettari per fare il nuovo ospedale. Abbiamo un’area industriale che è straordinaria mentre a Cosenza non è rimasto più niente – ha aggiunto Principe. C’è stato un processo poco democratico – ha aggiunto Principe – ed è innegabile. Noi andremo al Tar e al Consiglio di Stato”.
“La città unica la vogliono i cittadini – ha spiegato Luciana De Francesco, concludendo i lavori – e la gran parte di chi non la vuole difende semplicemente se stesso. Come Presidente di commissione come mi è stato dato atto dal collega Iacucci sono stata aperta a tutte le proposte e i suggerimenti. Le mistificazioni sui rapporti idilliaci tra Cosenza e Rende nascondono le responsabilità di guerre politiche che sono durate trent’anni – ha aggiunto De Francesco – così come quelle relative ai tributi. Il dl 50 del 2017 parla chiaro e i cittadini di Rende e Castrolibero non pagheranno i debiti di Cosenza.
Abbiamo coinvolto i comuni, i parlamentari, le associazioni, i corpi intermedi – ha aggiunto De Francesco – a riprova del nostro senso di partecipazione.
La sovranità popolare è basilare e la rispetteremo così come rispetteremo la Costituzione.
Lo studio di fattibilità che abbiamo commissionato – ha concluso De Francesco – conferma le grandi opportunità connesse alla città unica. E noi la faremo per i giovani e per il futuro”.
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