Come ogni anno, i musulmani di Cosenza e i musulmani del mondo intero osservano il digiuno del Ramadan. Per 30 giorni dovranno astenersi dall’alimentarsi e dal bere per tutta la giornata.
I musulmani credenti e praticanti osservano il digiuno del mese di Ramadan, uno dei cinque pilastri dell’Islam : un mese di privazione per mettere alla prova la propria fede.
Che cos’è il Ramadan?
Il Ramadan corrisponde al nono mese del calendario islamico Hijri, nel quale i musulmani osservano il digiuno quotidiano dall’alba al tramonto del sole. Nel corso di questo mese sacro i credenti si astengono dal mangiare, dal bere, dal fumare e dall’avere relazioni sessuali nelle ore di digiuno.
Il Ramadan è anche momento di preghiere maggiorate, di letture del Corano e di carità.
Le date del Ramadan variano ogni anno in base al calendario lunare. Infatti durante la notte del dubbio o « Laylat-al-Shak », che quest’anno corrisponde a domenica 10 marzo, osservando la luna, viene fissato il primo giorno del mese di Ramadan. Se la luna è visibile, il primo giorno di digiuno è il giorno successivo (che quest’anno è lunedi 11). Questa è la regola ancestrale seguita dal mondo musulmano.
Ci sono categorie di persone dispensate dall’obbligo del Ramadan : gli anziani, i malati, le donne incinte o che allattano, i viaggiatori e i bambini.
La prima prova del digiuno è la sete. Quando fa caldo, il clima è umido e si suda tanto, il corpo rischia di disidratarsi. Ecco perchè, dice Zeinab, tunisina e membro della Consulta, « serve preparazione, e organizzazione prima di digiunare nel mese sacro del Ramadan ». La preparazione implica un approccio olistico che serve a nutrire nello stesso momento il corpo, lo spirito e l’anima per beneficiare pienamente di questo periodo benedetto.
Per Mumtaz, rappresentante dei pakistani di Cosenza nella Consulta, il Ramadan riveste tanti aspetti : « Il primo è ovviamente spirituale. Si rinforza la fede, aumentando le letture del Corano, le preghiere e le invocazioni».
Ci si organizza, si cerca sempre di adattare le proprie attività e il proprio lavoro, includendo le preghiere e prendendo in considerazione gli orari dei soli due pasti possibili autorizzati : il Suhoor o, in Africa, Xëdd (pasto prima dell’alba) e l’Iftar o, in Africa, Ndogu (pasto al tramonto del sole).
Sul piano sociale, la condivisione e le azioni di beneficienza sono messe in evidenza. « Ci si prende cura della propria famiglia e dei vari familiari, si rinforzano i legami comunitari, si aiutano i più poveri » aggiunge Mumtaz. Infine, un punto da non trascurare è il benessere ; la persona che osserva il digiuno cerca di dare prova di umiltà e di mantenere una buona igiene di vita apettando preziosamente la notte del destino o «Laylat-al-Qadr » tra la 21a, la 23a, la 25a, la 27ao la 29a notte del mese.”