di Roberta Mazzuca – “Rappresenta un momento, uno spazio, un tempo di convivenza tra persone che hanno religioni diverse”. Nelle parole della sociologa Laura Corradi, il cosiddetto “Luogo del Silenzio”, inaugurato questa mattina presso il Centro Residenziale dell’Unical, è lo spazio di una società multiculturale, multietnica, multireligiosa, in cui riflettere, meditare, fermare il tempo. Un’area di preghiera e raccoglimento, dunque, voluta fortemente dal rettore Nicola Leone, aperta a tutta la comunità universitaria, per l’incontro fra diverse sensibilità religiose e spirituali presenti nel campus.
“Noi abbiamo una Chiesa, dove gli studenti cattolici possono andare, abbiamo una moschea, a Cosenza, per gli studenti musulmani, ed è bene che ci sia anche un luogo dove altre religioni, cristiani non cattolici, buddisti, induisti, valdesi, sufi, o zoroastriani, possano esprimere se stessi e il loro credo. Avere uno spazio di silenzio e meditazione è sicuramente molto importante”. Un modo, aggiunge ancora la sociologa, per fare anche prevenzione dei conflitti, “e da cui i nostri figli trarranno vantaggio”. Uno spazio per tutti e tutte che rappresenta una delle poche realtà ancora presenti su tutto il territorio nazionale: “Sappiamo che al Policlinico di Milano, ad esempio, esiste un luogo come questo. Istituirlo qui da noi è un atto di civiltà” – afferma Patrizia Piro, pro-rettore con delega al Centro Residenziale.
1.300 studenti internazionali potranno usufruire di questo spazio inclusivo, che annulla ogni barriera e consente l’ascolto personale e reciproco, in ambienti studiati al rispetto delle differenze. Dall’unico quadro, ad esempio, rappresentante tutte le civiltà, alle tende, anch’esse frutto di un preciso e accurato studio. “Siamo tutti protagonisti e tutti padroni, nessuno è ospite in questo luogo, e nell’Unical stessa”.
“Questo luogo per noi è meraviglioso” – la testimonianza di Ahmed Elgendy, referente studenti del quartiere Maisonettes, visibilmente emozionato. “C’era la necessità di avere un posto per le religioni, le culture diverse, perché alcuni ragazzi sono obbligati a pregare cinque volte al giorno, e non avevano ancora un posto che li accogliesse in questo senso. Ringrazio l’amministrazione per un posto così bello, che ci aiuta a confrontarci, e condividere”. Ahmed, egiziano, giunge in Italia 12 anni fa, e si laurea all’Unical in Ingegneria Elettronica: “Ho vissuto la Calabria come deve essere vissuta, non dal punto di vista straniero. Qua all’Unical, qua in Calabria la vita va vissuta, nelle case, con gli altri, con i calabresi, che sono persone di estrema accoglienza”.
Al taglio del nastro presenti anche il pro-rettore vicario Francesco Scarcello e molti studenti stranieri, che hanno voluto ricordare Alberto Ventura, docente Unical e grande esperto di islamismo, scomparso nell’agosto del 2022, e che fortemente si è speso per la realizzazione del progetto.