Sono “La penultima illusione” (Feltrinelli) di Ginevra Bompiani, “Dove non mi hai portata” (Einaudi) di Maria Grazia Calandrone, “Le tracce fantasma” (minimum fax) di Nicola H. Cosentino, “Il profilo dell’altra” (Edizioni e/o) di Irene Graziosi, “Sempre tornare” (Mondadori) di Daniele Mencarelli, “Avere tutto” (Einaudi) di Marco Missiroli, “Il tuffatore” (La nave di Teseo) di Elena Stancanelli, “Mastro Geppetto” (Sellerio) di Fabio Stassi, “Il continente bianco” (Bollati Boringhieri) di Andrea Tarabbia e “Trema la notte” (Einaudi) di Nadia Terranova i dieci libri finalisti del Premio Sila ’49.
Le opere sono state svelate questa mattina, giovedì 9 marzo, negli spazi della Fondazione Premio Sila, a Cosenza, dal presidente Enzo Paolini, dalla direttrice Gemma Cestari e dai due giurati Valerio Magrelli ed Emanuele Trevi.
«Entusiasti delle scelte compiute, ma soprattutto – ha detto Paolini nel corso dell’incontro – di intraprendere nuovamente un viaggio nel mondo della cultura e dei libri. Viaggio – ha proseguito – che coinvolgerà l’intera città, il suo centro storico e tutti quei luoghi tanto belli quanto dimenticati».
Per Cestari trattasi, inoltre, di «una decina pregiata, fatta di autori già affermati nel panorama letterario e anche di esordienti dall’indiscusso valore». «Quest’anno – ha proseguito la direttrice del Premio – siamo stati letteralmente travolti di opere: la scelta è stata ardua, però, alla fine, ce l’abbiamo fatta; adesso ci aspettano gli incontri con gli autori che porteranno alla rosa dei cinque finalisti e, in ultimo, alla premiazione conclusiva della manifestazione».
Manifestazione giunta alla sua undicesima edizione e che, questa primavera, è pronta ad aprirsi ad una vera e propria novità, annunciata dallo stesso Paolini. «A maggio sarà nostro ospite lo scrittore statunitense Peter Cameron, autore di “Un giorno questo dolore ti sarà utile” (Adelphi) ed è con lui – ha detto ancora il presidente della Fondazione – che inaugureremo la serie di incontri con romanzieri internazionali».
Presenti all’evento, poi, alcune classi del liceo classico “Bernardino Telesio”, alle quali, in particolar modo, Magrelli e Trevi si sono rivolti nell’illustrare la decina. «Si passa dal libro di Ginevra Bompiani, da definire umanamente intenso, a quello del conterraneo Cosentino, che è intessuto di musica e parla della vocazione creativa come fattore di fragilità – ha spiegato Emanuele Trevi -, fino al romanzo storico di Nadia Terranova, un libro sulla ribellione e sulla possibilità di salvarsi prendendo in mano il proprio destino. Poi – ha aggiunto Trevi – ci sono i libri di Tarabbia e Stancanelli che, a mio parere, sono accomunati da un’autentica ossessione per la Storia e in maniera originale ci parlano del nostro passato». E, infine, l’intervento di Magrelli, che della decina ha parlato in questo modo: «Il libro di Calandrone, particolare figura anfibia in grado di spaziare dalla prosa alla poesia, che è un’autobiografia capace di tratteggiare l’immagine di una certa Italia; quello di Graziosi, dove l’interferenza tra mondo reale e mondo virtuale finisce per alterare l’identità; il romanzo “on the road” di Mencarelli che ci fa conoscere un’umanità estremamente diversificata; Missiroli, in bilico, con una scrittura lineare, tra pathos e falsa indifferenza; il romanzo di Fabio Stassi, una riscrittura sorprendente della favola di Collodi, che si basa sulla figura di un uomo solo ed emarginato e fa emergere l’amore sconfinato per il sogno di un bambino».