“Grande mobilitazione per la raccolta delle firme necessarie a contrastare il ddl Calderoli sull’autonomia differenziata, attraverso la presentazione di una legge costituzionale di iniziativa popolare. Sono veramente soddisfatto per il risultato ottenuto a Cosenza. Ciò a conferma di una comunità attenta ai temi della democrazia e della difesa dell’unitarietà del Paese e della nostra Costituzione”. E’ quanto afferma il sindaco Franz Caruso che sin da subito ha espresso un giudizio del tutto negativo sulla proposta di autonomia differenziata del Ministro per gli Affari Regionali, portando avanti una battaglia determinata, insieme a tanti sindaci ed amministratori italiani e calabresi, a difesa dei principi di solidarietà definiti nella Costituzione e contro le evidenti spinte disgregative a favore delle aree più ricche del Paese.
“L’ottimo risultato ottenuto nella raccolta firme- prosegue il sindaco Franz Caruso – che vede Cosenza, con 4652 firme, primeggiare in Calabria, posizionandosi terza nel Mezzogiorno dopo Napoli (con 11.988 firme) e Bari ( con 8732), ci inorgoglisce, ma non deve farci abbassare la guardia. Dopo questo primo importante traguardo raggiunto, infatti, dobbiamo proseguire spediti a contrastare la spinta secessionista proveniente dal centrodestra al governo del Paese. A Cosenza, pertanto, continueremo a batterci contro il modello di autonomia differenziata proposto da Roberto Calderoli, che è inaccettabile perchè penalizza enormemente i nostri territori, le nostre regioni, ma soprattutto le nostre comunità”.
“Non sono contrario, come ho avuto più volte modo di affermare- conclude il Primo Cittadino – in linea di principio all’autonomia, per come prevista dalla nostra Carta Costituzionale. Se si basa, cioè, su criteri oggettivi rispetto alla specificità dei territori, capace, quindi, di mettere tutte le Regioni nelle stesse condizioni di partenza e di garantire i presupposti di unità del nostro Paese. L’attuale proposta di legge Calderoli, invece, mozza le gambe a qualsiasi ipotesi di concorrenza da parte del Mezzogiorno, e soprattutto della Calabria, con le regioni più ricche e sviluppate del Nord. Il divario, pertanto, crescerà ancora di più ed a farne le spese sarà non solo il Sud del Paese, ma l’Italia tutta”.