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Casa dello studente a Catanzaro entro marzo 2024: la riqualificazione del “muro a monte” che può mettere a rischio il progetto

di Gaia Serena Ferrara

146 posti letto, in una struttura di 6000mq composta da 5 corpi di fabbrica e situata in pieno centro storico.

È la futura Casa dello Studente che la Fondazione UMG di Catanzaro intende realizzare in una zona strategica del centro cittadino, in prossimità del Belvedere, così da sopperire all’emergenza abitativa degli studenti universitari che, oggi più che mai, sta raggiungendo livelli abbastanza critici.

Basti pensare alle proteste per il caro affitti a Milano e Roma, o alla recente assegnazione di alloggi gratis per 2300 studenti all’Unical di Rende, fino ad arrivare all’iniziativa proposta dall’Ersu di Palermo in relazione al “riutilizzo” dei beni confiscati, per comprendere l’entità e l’urgenza della problematica.

Eppure, in Calabria, e specificatamente all’Università di Catanzaro, questa esigenza era particolarmente sentita e forte già nel 2016 (in tempi non sospetti, quando la polemica legata alla carenza di alloggi e all’indisponibilità degli affitti non aveva ancora raggiunto dimensioni di portata nazionale).

Come nasce l’idea di uno studentato

Le lamentele del mondo universitario regionale locale riguardavano già da allora la carente offerta di alloggi, ma le critiche non si risparmiavano neanche riguardo una certa speculazione sulla questione affitti da parte di molti proprietari di case.

Allo stesso tempo si avvertiva, allora come oggi, la necessità di migliorare e intensificare il rapporto fra il capoluogo e l’università anche in relazione al beneficio che la città può trarre dal fermento universitario a molteplici livelli: economico, finanziario, urbano, sociale.

In ultimo, non certo per importanza, il bisogno di riqualificare aree fatiscenti della città storica e renderle parte integrante del polo universitario decentrato nel centro storico, contribuendo così al processo di rinnovamento urbano del Capoluogo.

 

Le prime fasi di pianificazione

È nel 2016 che l’allora amministrazione Abramo insieme all’ex presidente della Fondazione UMG Arturo Pujia arrivano all’identificazione del futuro studentato nell’Istituto scolastico B. Chimirri, un edificio da tempo abbandonato e in disuso che la fondazione ottiene in comodato d’uso gratuito trentennale da parte del comune di Catanzaro.

“Questo – spiega il dottor Pujia – era un passaggio necessario per aggiudicarsi i co-finanziamenti del Ministero, poiché con il comodato d’uso gratuito il Ministero si impegna a pagare non solo il 50% delle spese di ristrutturazione ma anche il 50% del valore dell’edificio”.

Lo sviluppo del progetto si avvia ancor prima della pubblicazione della graduatoria dei co-finanziamenti statali, in modo tale che una volta ricevuti i finanziamenti si possa già partire con i lavori di riqualificazione e ristrutturazione dell’immobile.

Nell’aprile 2017 vengono presentati prima il progetto definitivo e poi quello esecutivo, con un mese di anticipo rispetto alla scadenza della domanda (prevista il 9 maggio 2017), e si stima (una volta definito il valore dell’immobile) il costo dei lavori per la realizzazione dell’intervento a circa 6 milioni e 500 mila.

Nel 2019, nella graduatoria degli interventi (già approvata nel luglio 2018), la Fondazione UMG risulta undicesima in una classifica complessiva di 80 istituti richiedenti, e ottiene un co-finanziamento di 6.773.368,00 € a fronte di un quadro economico complessivo di 12 milioni.

Nel frattempo, la presidenza della Fondazione UMG si rinnova e succedono a Pujia prima Valerio Donato e successivamente Umberto Gargiulo, che è l’attuale presidente.

La sicurezza antisismica e la riconversione del progetto

 

È l’ottobre 2019 quando, però, il progetto subisce un arresto.

Un progetto già definito, già co-finanziato e pronto a partire, si arena perché non conforme alle NTC 2018 (Norme tecniche per le costruzioni) in materia di sicurezza antisismica.

“Nel progetto originario si prevedeva una resistenza sismica di 0,6. In verità il minimo doveva essere quanto meno di 0,8” commenta l’attuale consigliere di minoranza ed ex presidente della Fondazione UMG Valerio Donato che, preoccupato per la stabilità di lunga durata della futura struttura, ha pensato di “riconvertire” il progetto adottando una soluzione votata ad una maggiore garanzia di sicurezza.

“Quando abbiamo mandato il progetto per la validazione, difatti, i progettisti hanno rilevato circa 130 osservazioni di criticità in merito. Così lo abbiamo modificato nella versione esecutiva e abbiamo indetto un nuovo bando premiando con un punteggio maggiore chi avesse offerto demolizione e ricostruzione dell’immobile”.

Per queste ragioni, si rivela necessaria la rielaborazione del calcolo strutturale (il progetto originario, infatti, prevedeva ristrutturazione e riqualificazione dell’immobile) che non sarebbe stato possibile realizzare nel rispetto della scadenza originaria per l’inizio dei lavori, fissata al settembre 2022 e prorogata anche di un mese.

La nuova gara d’appalto e la consegna dei lavori in via d’urgenza (che è consentita nei casi di grave danno all’interesse pubblico) si rivelavano dunque indispensabili per evitare il rischio di revoca dei finanziamenti pubblici in caso di mancato rispetto della scadenza.

“Inoltre – ha aggiunto Donato – è stato necessario modificare il bando stesso: da un bando a misura ad un progetto a corpo, in modo tale che eventuali successive demolizioni in corso d’opera non comportassero un’impennata dei costi”.

L’avvio dei lavori

È il 30 dicembre 2022 quando la nuova ditta (RTI Costruzioni Procopio S.r.l/Chisari Gaetano) si aggiudica l’appalto per una spesa complessiva di 6 milioni e 640 mila destinata a lavori di recupero statico e ristrutturazione dell’immobile, con la previsione di demolizione di alcune parti della struttura.

I lavori inerenti al nuovo progetto “riveduto e corretto” sono ripartiti ufficialmente il 6 febbraio 2023 (anche se la Recuperi Costa srl incaricata della demolizione è entrata nel cantiere solo il 10 marzo) e la scadenza per il completamento degli stessi, fissata al 26 marzo 2024.

Inoltre, questo lunedì 22 maggio sarà effettuato il primo getto di calcestruzzo per iniziare la nuova costruzione.

Come afferma l’attuale presidente della Fondazione UMG Umberto Gargiulo: “Purtroppo si è trattato di adeguare il progetto alla normativa, attendere i tempi necessari per indire la nuova gara d’appalto, e poi appaltare di fatto i lavori alla nuova ditta”.

A livello finanziario, sebbene lo stesso Gargiulo abbia affermato che il quadro economico dell’intervento sia rimasto invariato (12 milioni nel 2019), oggi l’importo dei lavori a base d’asta è di 6 milioni e 800, quello complessivo si aggira intorno ai 14 milioni, con un cofinanziamento del Ministero di circa 6 milioni e 671 e di altrettanti 3 milioni e 500 da parte della Regione Calabria.

Un progetto che quindi risulta, oggi come ieri, interamente coperto da fondi pubblici e senza oneri di spesa a carico della Fondazione.

Un progetto più che mai “urgente” sia in termini finanziari sia in termini sociali.

 

Lo stato dei lavori e la posizione dell’amministrazione comunale

Eppure, l’urgenza che ha spinto nel 2016 la Fondazione UMG a impegnarsi per realizzare finalmente il primo studentato cittadino, non sembra essere egualmente condivisa dall’attuale amministrazione comunale.

 

Al di là del giustificato ritardo nell’avvio dei lavori e delle problematiche relative al progetto esecutivo originario, quello che si riscontra è una generale indolenza, per non dire ignoranza, da parte del Comune nei confronti della tematica.

Lo stesso sindaco Nicola Fiorita, interpellato sullo stato dei lavori, sui punti nodali del progetto, persino sulla condizione in cui versavano i lavori stessi al momento del suo insediamento come sindaco, non è stato grado di fornire informazioni utili.

“Non essendo un progetto comunale – ha affermato il sindaco – non è fra quelli che sto direttamente seguendo, so che è in corso di realizzazione e ci confrontiamo con la Fondazione ma non seguo le fasi del progetto e non sono a conoscenza dello stato dei finanziamenti.”

“Noi sappiamo che lo stanno realizzando e come amministrazione lo seguiamo per cercare di capire cosa accadrà – ha aggiunto – ma non abbiamo diretta responsabilità in merito”.

Questa convinzione, tuttavia, potrebbe non aver tenuto conto di un dato specifico che, in assenza di conferme e ulteriori garanzie, potrebbe rivelarsi particolarmente problematico.

Sembrerebbe, infatti, che l’amministrazione comunale risulti effettivamente responsabile della realizzazione e messa in sicurezza del “muro a monte” del complesso scolastico, che non era stato preso in considerazione in sede di progettazione.

 

“In merito – ha confermato Valerio Donato – ricevemmo una rassicurazione dal Comune e in particolare attraverso una nota a firma del dirigente Giovanni Laganà che affermava che la stabilità e la sicurezza del muro sarebbero state a carico dell’amministrazione non solo a livello di supervisione ma anche dal punto di vista economico-finanziario”.

“Senza quell’impegno scritto di Laganà io non avrei portato avanti i lavori-

Senza quell’impegno scritto da Laganà io non avrei portato avanti il progetto e i lavori – rivela lo stesso Donato – perché, in tutta coscienza, non potevo accettare il rischio che il muro potesse cedere alla minima scossa di terremoto”.

 

Eppure, nessuno a parte il consigliere di minoranza sembra avere idea o contezza di quanto detto finora.

Lo stesso sindaco non sembra essere a conoscenza del fatto che la messa in sicurezza del muro a monte della futura Casa dello studente è a tutti gli effetti di competenza comunale e, quindi, di suo diretto interesse.

Per quanto la responsabilità del progetto nel suo complesso sia della Fondazione universitaria, “Il muro a monte – come afferma lo stesso Donato – non era stato incluso in sede di progettazione originaria”.

Inoltre, è pur sempre sul territorio comunale che si sta operando ed è del Comune di Catanzaro l’interesse prioritario nel mettere in sicurezza e vedere ricostruita una struttura che porterebbe alla città una serie di benefici.

La criticità del “muro a monte”: a chi la responsabilità?

A tal riguardo è l’ingegnere Giovanni Laganà a chiarire ulteriormente: “In quanto opera pubblica il muro rientra nel raggio d’interesse del Comune, ma questo non significa automaticamente che debba essere del Comune anche la responsabilità finanziaria.”

E, nello specifico, Laganà aggiunge: “Non c’è nessuna nota a mia firma che stabilisca che la messa in sicurezza di questo muro debba essere finanziata dal Comune di Catanzaro. E io stesso mi sarei ben guardato dall’inserire a carico dell’amministrazione una spesa così ingente che si aggira intorno al milione e mezzo.”

“L’unica nota riguardante il progetto che porti la mia firma – ha assicurato – con tanto di controfirma del sindaco Abramo, è quella inerente alla demolizione e ricostruzione dell’immobile.”

In sintesi, sarà solo attraverso il risultato dell’interlocuzione, tuttora aperta, fra i soggetti direttamente interessati che sarà possibile comprendere in quali modalità e tempi si porrà rimedio a questa criticità che, come dichiara lo stesso Laganà, “Non va sottaciuta”.

Eppure, nonostante l’innegabile esigenza di ripristinare quell’opera di sostegno fondamentale per garantire la sicurezza dell’intero stabile, la questione non sembra veramente prioritaria.

Soltanto alcune persone precedentemente coinvolte nel progetto, infatti, riferiscono della messa in sicurezza del muro con una certa urgenza.

E così anche il processo di interlocuzione con l’amministrazione comunale, per la risoluzione di questioni essenziali inerenti al progetto nel suo complesso, appare più simbolico e verbale che non fattuale.

L’urgenza della scadenza

Di certo, lo scarso senso pratico che sembra emergere riguardo la risoluzione e l’approccio ad alcune questioni essenziali si riflette in un generico e confuso “buco nero” di responsabilità che nessuna delle parti sa ancora pienamente chiarire.

A ciò si aggiunge anche un ulteriore ordine di considerazioni.

Nel settembre 2022, data ultima per l’inizio dei lavori nel cantiere della scuola, l’amministrazione Fiorita si era già insediata (giugno) e la Giunta era stata varata (luglio).

Sintomo del fatto che, probabilmente, si sarebbe dovuta avere contezza dello stato dei lavori che interessa un immobile concesso in comodato d’uso proprio dal Comune.

Ancor più vero se si considera che il mancato rispetto della nuova scadenza, fissata al prossimo 26 marzo 2024, comporterebbe la perdita definitiva dei fondi pubblici con il rischio di un grave danno erariale e che il tutto si risolva in un nulla di fatto.

Nonostante sia risaputo che, soprattutto a Catanzaro, è spesso necessario esercitare una certa pressione affinchè si possa produrre un risultato tangibile e concreto, il permanere di questa generale inerzia, indolenza e a tratti incompetenza, non può coesistere con le speranze e le promesse di cambiamento fatte in campagna elettorale e con la narrazione che si cerca di promuovere in merito ad una Calabria fatta di opportunità, di impegno, di iniziative ed eccellenze.

A questo punto, con l’avvicinarsi della parentesi estiva e considerando lo stato attuale dei lavori, ripartiti circa tre mesi fa con un mese di ritardo rispetto a quanto previsto, viene spontaneo domandarsi se la cittadinanza possa davvero aspettarsi che la struttura sia completata e pronta ad essere abitata nelle tempistiche previste. Soprattutto se si pensa che ad essere stato avviato è ancora solo il primo passaggio di demolizione, rimozione e smaltimento dei materiali, che ancora si deve concludere.

Per di più, se la problematica del muro non sarà affrontata e risolta nei tempi giusti, si potrebbe anche correre il rischio che lo Studentato, una volta realizzato, non sia immediatamente agibile e abitabile a causa della mancata ristrutturazione del muro a monte che comprometterebbe la sicurezza dell’intero stabile.

 

 

 

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