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Sapia e Brogni (Impegno civile e ideale): “La scuola oggi. Varare una nuova riforma”

“L’Associazione politico-culturale “Impegno civile e ideale” con il suo Presidente Michele Sapia e la Segreteria Nazionale della nuova organizzazione sindacale “UNTIA” (Unione Nazionale Tutele in Autonomia), guidata da Giuseppe Brogni con questo comunicato-stampa intendono esprimere le proprie considerazioni sul momento di pesante appannamento che vive, oggi, la scuola italiana. Come previsto, dopo l’analisi puntuale dei recenti dati numerici degli alunni gli iscritti alle prime classi e del calo demografico evidenziatosi già da anni, l’organico di docenti ed ATA subirà un ragguardevole rivolgimento per i grande numero di tagli di classi e di soprannumerarietà, se non si metterà mano, a cominciare da oggi e non domani o dopodomani, alla normativa che regola la formazione delle prime classi (proposta nostra: 18 o 15 alunni per classi, 12 o 10 in presenza di disabilità), dalla Materna alle Superiori, tenendo conto della diminuzione degli iscritti e della dispersione scolastica accentuatasi in quest’ultimi anni.

Non è possibile, a questo proposito, che vi sia stata tanta miopia, accompagnata da superficialità, noncuranza o ignoranza, ma forse anche da arroganza, disconoscendo che saremmo arrivati non solo alla perdita di classi ma anche alla perdita di autonomia di tante scuole, site in località periferiche e montane e località dove vigono, specialmente al Sud, problematiche di disagio sociale e di ordine pubblico, da parte della politica e, soprattutto, dai Sindacati firmatari di contratto che erano a conoscenza da mesi del calo di iscrizioni alle prime classi. I Sindacati firmatari di contratto avrebbero dovuto controllare, vigilare, intervenire per cambiare la normativa riguardante non solo la formazione delle prime classi ma anche la formazione di classi-pollaio, che ancora insistono sul territorio nazionale, incalzare Partiti e Governo perché il Parlamento discuta finalmente dopo tanti anni di istruzione e proceda all’eventuale varo di una seria riforma strutturale della scuola italiana, dal punto di vista culturale, economico e normativo, onde stare al passo con i tempi.

Intanto, bisogna dare prima di tutto nuove motivazioni ai docenti, incrementando cospicuamente la loro retribuzione, da anni ormai una delle più basse in Europa, e incentivando il loro impegno culturale, attraverso la frequenza obbligatoria di seminari o corsi che trattino temi come Scuola del terzio millennio e nuovo approccio docimologico e, poi, agli alunni attraverso il reale riconoscimento delle loro capacità e dei loro meriti. Basta parole ma fatti!!!. La Scuola, senza fare ricorso a quanto detto o scritto da tanti studiosi di pedagogia antica e moderna e da intellettuali di ogni estrazione ideologica, è la base nutriente dell’educazione e della formazione di ogni individuo.

Nel frattempo, il mondo cambia, il mercato economico diventa sempre più selvaggio e illiberale, la globalizzazione ha deluso le aspettative, la fame o la guerra costringono generazioni di giovani ad una forzata migrazione, la tanto attesa intelligenza artificiale comincia già a fare paura, lo spazio è sempre più frequentato dagli umani, la natura conosce variazioni climatiche che provocano ingenti alluvioni e siccità, le discipline umanistiche e scientifiche come nell’antichità, debbono continuare ad avere un ruolo importante ed essere di supporto allo studio delle Lingue, della Tecnologia e dell’Informatica, che hanno fatto passi giganteschi, ma il “modus operandi” del sistema scolastico italiano rimane fermo da anni, governa solo l’esistente, anzi diviene sempre più burocratico come ad esempio l’ultima genialata della creazione di sovrastutture tutoriali, mentre non c’è stata alcuna innovazione nei programmi né favorisce la promozione culturale né si preoccupa di incrementare la conoscenza del mondo circostante. Infatti, accade spesso che alla fine del loro corso di studi, gli alunni appaiono disorientati, perché la realtà si presenta diversa e poco si cura di sogni o di ragioni ideali e, inoltre, l’universo del lavoro richiede una preparazione adeguata, fatta di applicazione, apprendimento e competenza.

Perciò Partiti e Sindacati firmatari di contratto, datevi da fare perché tanti sono i giovani che vogliono impegnarsi per costruire le basi della società del terzo millennio e, quindi, non possono essere ancora illusi, come è avvenuto per le due generazioni precedenti. Avanzamento culturale, pragmatismo, garanzia del diritto allo studio, merito, debbono essere i punti qualificanti della riforma scolastica che dovrà essere varata dal Parlamento nel più breve tempo possibile!!!.

Eppoi, perché non pensare che il “cursus vitae” di docenti e ATA possa cambiare nel prosieguo della carriera, così come avviene nelle Aziende Pubbliche e nelle Partecipate?. Infatti, i docenti con l’acquisizione di più crediti ottenuti in quindici o venti anni di insegnamento, potrebbero aspirare a diventare Dirigenti Scolastici: prima di tutto dovranno frequentare un corso di formazione mirato sulla Dirigenza scolastica, tenuto e curato da esperti di Amministrazione Pubblica e Scolastica e, poi, svolgeranno una discussione sulla stessa tematica dinanzi ad una Commissione Ministeriale.

Stessa metodologia per gli ATA che, se in possesso dei titoli prescritti, possono aspirare a diventare Dirigenti Generali Servizi Amministrativi. La Commissione, dopo aver discusso e valutato crediti, profili culturali professionali ed i contenuti della discussione, esprimerà il proprio giudizio e nello stesso giorno pubblicherà l’elenco dei candidati recante l’esito positivo o negativo.

In questo modo non soltanto la democrazia è salvaguardata ma anche il merito di tanti operatori scolastici potrà finalmente emergere e, inoltre, lo Stato risparmierà sui fondi finanziari destinati per l’espletamento dei Concorsi per DS e per DGSA. È sicuramente una proposta da vagliare, intanto la offriamo all’attenzione della politica, delle forze sociali, del mondo della scuola, dell’opinione pubblica”.

Lo affermano in una nota il presidente dell’associazione, Michele Sapia, e il coordinatore nazionale Giuseppe Brogni.

 

 

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