I Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale hanno restituito all’Italia e alle Repubbliche dell’Ecuador e del Perù reperti archeologici recuperati nell’indagine ‘Achei’, coordinata dalla Procura della Repubblica di Crotone. I militari dell’Arma spiegano infatti che parte dei reperti sequestrati sono ‘precolombiani’ originari degli Stati del Perù e dell’Ecuador.
Si tratta di “reperti archeologici di ingentissimo valore sia storico-culturale, sia economico”, “rintracciati nel contesto di una complessa attività d’indagine dei Carabinieri del Nucleo Tpc di Cosenza”. La cerimonia di restituzione si è svolta oggi nel Museo di Pitagora di Crotone.
Attività che ha dimostrato “l’esistenza di un vasto traffico su scala nazionale e internazionale – con ramificazioni in Gran Bretagna, Francia, Germania e Serbia – di reperti archeologici provenienti da scavi clandestini operati anche nei siti archeologici di ‘Apollo Aleo’ di Cirò Marina, ‘Castiglione di paludi’ del comune di Paludi (Cosenza) nonché nell’area di ‘Cerasello’ del Comune di Pietrapaola (Cosenza) e in tanti altri terreni privati del territorio delle province di Crotone e Cosenza”. Le indagini, condotte dal maggio 2017 e concluse nel luglio 2018, hanno accertato “i sistematici saccheggi di più squadre di ‘tombaroli’ che garantivano al mercato clandestino un flusso continuo di beni archeologici, di ingente valore economico, inseriti in articolati e complessi canali di ricettazione in Italia e all’estero”.
L’operazione si è conclusa con “l’emissione di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari da parte del gip del Tribunale di Crotone, su richiesta della locale Procura della Repubblica che ha coordinato le indagini, nei confronti di 23 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di far parte di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati finalizzati di danneggiamento del patrimonio archeologico dello Stato, impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato, ricettazione ed esportazione illecita”.