«Instaurare una vertenza Calabria e portarla al vaglio del governo nazionale è un’iniziativa che trova il consenso del Pd. Avremmo anzi preferito che dopo l’informativa del governatore Occhiuto in relazione all’incontro avuto a Roma con le organizzazioni sindacali, il Consiglio avesse potuto svolgere un dibattito».
Ad affermarlo è il capogruppo del Pd Domenico Bevacqua. «Avremmo potuto così esprimere il nostro apprezzamento e spiegare come sia necessario a questo punto allargare il confronto sul tema e coinvolgere sempre di più il Consiglio regionale in maniera tale da allargare la vertenza fino a comprendere tutte le emergenze che la Regione dovrà affrontare per potere uscire dalla sua atavica condizione di arretratezza».
«La nostra – spiega ancora Bevacqua – è una posizione istituzionale guidata dalla responsabilità e, pertanto, siamo sempre a favore di ogni iniziativa diretta a porre al centro del dibattito nazionale le criticità presenti nella nostra Regione e le soluzioni necessarie per poterle affrontarle e risolverle. Di certo, i cinque punti individuati insieme alle forze sindacali fanno parte di quelle priorità che devono essere poste in cima all’azione di governo, anche se sarebbe opportuno che per ogni di esse venisse stilato un cronoprogramma con tempi certi».
«Ci saremmo però aspettati – dice ancora Bevacqua – anche un capitolo su giovani, ambiente ed occupazione: riteniamo, infatti, che in mancanza di politiche e di investimenti forti per la salvaguardia delle aree interne della Calabria (che rappresentano oltre il 50% del nostro territorio) tutta la strategia per il rilancio della regione rischia di essere vanificata dalle fragilità presenti: a partire dal dissesto del territorio, dal rischio sismico e dalla necessità della permanenza dell’uomo in questi territori. Siamo però certi che non solo la politica calabrese ma anche il sindacato vorrà portare anche questi temi ai tavoli nazionali nei prossimi incontri. Altra questione mancante è quella relativa alla sanità. Se si vuole mettere in piedi una Vertenza Calabria, non si può evitare di accendere i riflettori su un comparto decisivo per le sorti dei calabresi e per la realizzazione effettiva di quel diritto alla salute che oggi semplicemente in Calabria non esiste. Altro tassello mancante è quel tema che, da qualche tempo, sta avanzando sottotraccia e a fari spenti: mi riferisco all’autonomia differenziata. Se, infatti, il progetto autonomista andasse in porto, l’ingiusta forbice che taglia annualmente i diritti dei calabresi si allargherebbe fino a diventare un baratro incolmabile. Ecco, al Governo, a questo Governo come a qualsiasi altro Governo – conclude il capogruppo Bevacqua – la Calabria deve innanzi tutto chiedere che venga stracciata ogni ipotesi di autonomia differenziata, venga superato l’ingiusto e distorsivo criterio della spesa storica e che vengano applicate finalmente le norme già vigenti, pareggiando i servizi e le infrastrutture fra Nord e Sud. È su questo fronte che dobbiamo muoverci tutti uniti. Non dobbiamo elemosinare e trattare sulle briciole: dobbiamo pretendere i diritti che ci spettano».