17 GIUGNO
Come tutte le giornate anche quella di oggi comincia di mattino presto, soprattutto per qualcuno della squadra degli italiani a cui viene affidata una missione speciale. Dopo Davide questa volta è il turno di Erika, che va a trovare le sue amiche Vitoria e Luiza per vivere per un giorno la quotidianità della favela di Passarinho, attraverso gli occhi di una bambina della sua età.
Erika è già stata a Passarinho: ha visto la scuola che frequentano i bambini della squadra brasiliana e il campo dove giocano quasi tutti i giorni, ma non si rende ancora bene conto di cosa aspettarsi. Sono tante le domande: vivono in una casa simile alla sua? La vita di ogni giorno ha gli stessi ritmi della sua?
Camminando attraverso le strade sterrate della comunità di Passarinho, tra fango e pozzanghere lasciate dall’acquazzone di ieri, Erika si dirige verso la casa di Vitoria. Le due bambine, ormai diventate amiche, si incontrano a metà strada, si salutano e si avviano insieme, mano nella mano, verso la casa di Vitoria, dove le aspettano molti altri bambini, tra cui i fratelli e i cugini di Vitoria. La casa, con i muri di mattoni a vista, è composta di un’unica piccola stanza, senza finestre e senza bagno. E’ circondata da un cortile che ospita animali di ogni sorta (papere, conigli, cani e gatti). Tra questi, un posto d’onore spetta a Gertrude, la gatta bianca che non si separa mai da Vitoria. La famiglia di Vitoria che accoglie Erika, è numerosa e oltre ai suoi cinque fratelli, c’è anche il’ultimo arrivato, il nipote di appena tre mesi, figlio di sua sorella maggiore di appena 18 anni. La casa di Vitoria ha un arredamento essenziale: un armadio, due letti a castello, dei fornelli, un ventilatore e , grazie all’intervento di ActionAid, ha finalmente un frigorifero.
Erika è visibilmente turbata: non si aspettava una situazione di povertà come quella che ha visto. I bambini della squadra brasiliana e di quella italiana, con le stesse divise, le stesse regole di comportamento, gli stessi orari, gli stessi pasti, gli stessi mezzi di trasporto, sono tutti uguali. Le differenze si assottigliano: l’unica che sembra essere evidente, quella linguistica, anche quella, sembrava essere scomparsa. Oggi, nella favela di Passarinho, si svelano a Erika tutte le diversità che derivano dal non avere le stesse opportunità, quindi, gli stessi diritti. Scappano le lacrime, sebbene Erika cerchi di nasconderle per non offendere Vitoria e quando l’amica brasiliana le regala un anello di plastica, ha l’impulso di rifiutare per non privarla di anche di questo. Ma poi capisce l’intento, accetta il regalo e ricambia con il suo braccialetto di perline, che ha fatto insieme alla nonna.
Le due bimbe si avviano insieme verso la casa di Luiza, prendono un autobus di linea e scendono la strada per arrivare a casa dell’altra amica scoscesa, fangosa e piena di rifiuti. Luiza le aspetta sulla porta, le accoglie e le mostra la sua casa. Giocano insieme con le bambole, guardano un po’ la tv insieme e poi escono, perché gli altri bambini del gruppo le stanno aspettando.
Nel frattempo, infatti, le due squadre italiane e brasiliane scalpitano per il momento di gioia più atteso della giornata, l’allenamento con Aldo.
Anche su questo aspetto oggi c’è una novità; Fabio, l’accompagnatore di Antonino che insegna educazione motoria alle scuole elementari, dà inizio all’allenamento delle due squadre con una sessione di riscaldamento speciale che aggiunge una nota di novità e ulteriore divertimento.
L’unico momento di tensione della giornata accade quando uno dei bambini addita come “scemo” uno dei suoi compagni. Aldo interrompe il gioco, prende da parte l'”indisciplinato” e gli spiega quanto sia sbagliato dare dello scemo a qualcuno. Compaiono due ‘occhioni’ lucidi, forse perché, come spiega Aldo, il dispiacere di aver offeso un compagno è tanto.
Finito l’allenamento, è il momento dell’esperienza più attesa per i bambini, soprattutto per i brasiliani, che lo chiedevano da più di una settimana. Melk, per esempio, è la seconda volta che fa il bagno in piscina nella sua giovane vita.
L’entusiasmo e la felicità sono alle stelle. Si fanno le 18.30, tramonta il sole, ma i bambini sono ancora in acqua.