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Bellinazzo a Reggina Talk: “La Reggina in A vale tra i 40 ed i 50 mln, la ristrutturazione va coordinata col sistema calcio”

di Paolo Ficara – Una valutazione che ha destato curiosità. Pochi giorni addietro, commentando l’ipotesi di una cessione del Bari in caso di promozione in Serie A, il giornalista Marco Bellinazzo del Sole 24 Ore ha ipotizzato una cifra compresa tra gli 80 ed i 100 milioni. In collegamento durante Reggina Talk del lunedì, la prima firma del quotidiano economico italiano si è pronunciato anche sul club di via delle Industrie.

“Quando si mette sul mercato un’azienda, il parametro per capirne il valore è guardare al fatturato e moltiplicarlo per tre. Considerando poi i debiti. Il Bari in A potrebbe fatturare tra i 70 e gli 80 milioni – spiega Bellinazzo del Sole 24 Ore –  I club di calcio sono peculiari, tendono ad avere perdite per via degli ingaggi troppo elevati. Quindi nel calcio conviene fare la moltiplicazione del fatturato per due, anziché per tre”.

L’indebitamento è un fatto comune per quasi tutti i club calcistici italiani, la Reggina al 30 giugno annoverava 16 milioni di debiti di cui poco meno di 2,5 verso i fornitori: “Per le dinamiche di contribuzione tra le varie leghe, quando una squadra si trova in B o in C è falcidiata dalle perdite. E quindi dai debiti che servono a finanziare la squadra. In C non ci sono entrate, in B c’è qualcosa. Per non parlare del passaggio tra D e C con l’arrivo del professionismo. Le società vanno spesso in crisi, se non riescono a risalire la china ed arrivare in massima serie. Il covid ha messo quasi tutto il calcio italiano con le spalle al muro. Il Governo ha consentito di pagare le perdite negli anni successivi. Col nuovo codice della crisi d’impresa, si cerca di accompagnare i club verso un equilibrio. I 16 milioni di debito della Reggina sono insostenibili, perché sono più dei ricavi annuali di un club di B. Il Tribunale dovrà certificare l’accordo con i creditori, la Reggina dovrà mettere delle somme per garantire il pagamento. Questo potrà dare più ossigeno per gestire la cassa. Questi istituti possono aiutare il sistema calcio, ma vanno coordinati. Scattano le sanzioni, abbiamo visto il caso Genoa. Il calendario sportivo ha tempi stretti, con le penalizzazioni si aggrava la situazione del club perché impedisce il raggiungimento di determinati risultati“.

Marco Bellinazzo commenta così un paio di note di bilancio: “Chi redige le note integrative dei bilanci, ha l’obbligo di essere prudente. Se le cose vanno male, quegli atti fanno fede. La Reggina sottolinea due cose. La prima è che c’è il benestare della Figc, nell’accesso al codice di crisi d’impresa. D’altro canto si segnala come la ristrutturazione sia fondamentale per andare avanti”.

“Ci sarà un dialogo tra la proprietà della Reggina ed i suoi creditori, non mi sbilancio sulla percentuale di abbattimento del debito. In Serie A può valere tra i 40 ed i 50 milioni – afferma la prima firma del Sole 24 Ore – Per il suo bacino di utenza, una trentina di milioni dai diritti tv sono accessibili. Una cifra dalla quale vanno scontati i debiti. In B, considerata la necessità di versare liquidità per almeno 5 o 6 milioni all’anno, la valutazione scende di molto. Allestire una rosa per andare in A è costoso e comporta rischi. Fermo restando come Reggio Calabria può avere un pubblico importante”.

Qualora Marco Bellinazzo fosse stato il proprietario della Reggina, a metà dicembre, col secondo posto in classifica, cosa avrebbe fatto?: “Il piano di ristrutturazione ed il tentativo di andare in Serie A non sono incompatibili. Il proprietario della Reggina ha sfruttato delle opzioni messe sul tavolo dal legislatore. Altri club di Serie A hanno rivalutato il marchio per milioni di euro. Se tu accedi ad un istituto della legge, non puoi poi subire penalizzazioni in ambito sportivo. Se il Genoa non andasse in A per un punto, sarebbe una beffa clamorosa. Il caso Juve ci ha dimostrato che bisogna essere particolarmente prudenti quando si gestiscono club calcistici. Hanno una funzione sociale, pur essendo proprietà privata. Si deve ragionare molto a livello politico, i club non possono essere trattati come un’azienda normale. Altrimenti si fanno pasticci, distruggendo aziende che hanno un valore per una comunità. Se la proprietà ha scritto determinate cose nel bilancio, è stata ben consigliata. Andare in Serie A ti cambia il mondo“.

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