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Strage di migranti a Cutro, il comandante della Capitaneria di porto: “Operato secondo le nostre regole d’ingaggio”

“Crediamo di avere operato anche in questo caso secondo le nostre regole d’ingaggio. Ci dispiace soltanto leggere sui giornali che non abbiamo fatto il soccorso. Comprendiamo che ne puoi salvare 100 mila ma poi è quell’unico ragazzino o bambino o famiglia che non riesci a salvare che fa sembrare inutile il tuo lavoro. Non si tratta di burocrazia e di qualunque esperienza si può fare tesoro. Vedremo alla fine delle indagini che non sono solo penali ma anche interne e amministrative. Sono provato umanamente ma professionalmente sono a posto”. Così il comandante della Capitaneria di Crotone Vittorio Aloi.

“Quel giorno c’era mare forza quattro, non sei o sette. Le nostre motovedette avrebbero potuto navigare anche con mare forza otto”. Lo ha detto il comandante della Capitaneria di porto di Crotone Vittorio Aloi fermandosi con i cronisti mentre questa mattina faceva ingresso alla camera ardente per le vittime del naufragio di migranti davanti alla costa crotonese. Con queste parole l’ufficiale ha fatto intendere che l’invio di mezzi di soccorso al barcone che si trovava a 40 miglia dalla costa crotonese sarebbe stato possibile anche con quelle condizioni meteo marine.

Non so se sia stato aperto un fascicolo per omissione di soccorso. Bisognerebbe chiederlo al procuratore della Repubblica di Crotone”. Lo ha detto il comandante della Capitaneria di porto di Crotone Vittorio Aloi. “Adesso c’e’ una intricata ricostruzione dei fatti da fare, noi come Guardia costiera siamo strumento della magistratura, quando ci chiameranno riferiremo all’autorita’ giudiziaria la nostra versione dei fatti”, ha aggiunto. Aloi ha quindi detto di essere amareggiato.

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