“Roma Antica sulla Strada Regia delle Calabrie. Oggi sappiamo che la mansio romana, in sostanza la stazione postale romana, delle “Nares Lucane” era localizzata nel territorio del Comune di Sicignano degli Alburni, dove oggi sorge la frazione di Zuppino. La fontana oggi esistente nella piazza e l’edificio che ospitava la taverna settecentesca, lasciano chiaramente intendere che questo luogo doveva coincidere proprio con la stazione di posta di epoca romana. Esiste anche una testimonianza del passaggio e della sosta in questi luoghi di Cicerone, il famoso oratore romano, che si fermò per assaggiare le salsicce “lucaniche” da lui molto gradite. Quella fontana era, con ogni probabilità, la fonte alla quale si dissetò Cicerone che era di passaggio, su questo tratto della Regia delle Calabrie. E si incrociano in vari punti la Strada Regia delle Calabrie e Via Popilia. La via Popilia era chiaramente segnalata sulla “Tabula Peutingeriana”, come anche le sue stazioni di posta.
La Strada Regia delle Calabrie di epoca Settecentesca sorge in parte sul tracciato della “Capua-Regium” o “Via Popilia” la più lunga strada di epoca romana in territorio italiano, ma anche la meno documentata.
Sono ancora molti i resti ancora visibili della “Via Popilia” in particolare nel tratto subito dopo il fiume Sele, in territorio del Comune di Serre, sono visibili ampi tratti del lastricato di epoca romana.
Ma c’è anche “l’Elogium” di Polla, alle porte del Vallo di Diano (conosciuto anche come “Lapis Pollae”) una epigrafe enigmatica di origine romana, considerata come la più importante testimonianza storica sulla strada Capua-Regium.
E poi il “Ponte della Difesa” che il famoso archeologo Vittorio Bracco identificò come unico ponte ancora esistente sul tracciato della Regio-Capuam”. Lo ha affermato l’architetto Luca Esposito Referente Archeoclub D’Italia per la riqualificazione della Via Regia delle Calabrie.
Il 16 Marzo, in Conferenza Stampa a Roma, presso la Sala Stampa Estera presentazione della Strada Regia delle Calabrie, l’ARCHEOCAMMINO che valorizzerà borghi e patrimonio culturale tagliato fuori dai sistemi tradizionali di sviluppo turistico.
Con questo progetto ritornano a diventare centrali borghi, chiese, siti archeologici, palazzi nobiliari lungo l’ARCHEOCAMMINO dell’Appennino Meridionale. Ben 44 i comuni che hanno firmato il Protocollo D’Intesa.
Dunque Taverne, Osterie, Stazioni Postali dell”800 ma in aperta campagna è possibile trovare la Fontana della Regina Margherita, le sorgenti di Cicerone, ponti meravigliosi del ‘700 con cappelle antiche. Veri capolavori dell’arte italiana ma sconosciuti.
Ora la Via Regia delle Calabrie diventerà Itinerario Turistico rilanciando, forse per sempre, i borghi dell’Appennino Meridionale.