“Dal 15 novembre decine di migliaia di persone non hanno l’acqua potabile in casa e non possono comunque utilizzare l’acqua per il consumo umano. Sono gli abitanti dell’area servita dal serbatoio di Pietrastorta, per cui ancora è valida l’ordinanza sindacale che vieta di utilizzare l’acqua. A loro, dopo un mese, si sono aggiunti i cittadini serviti dal serbatoio comunale in località Castagneto.
Per questi due casi la Strada ha presentato una interrogazione, nella speranza che arrivasse un tempestivo riscontro in grado di dare alla cittadinanza quella risposta che attende da mesi alla domanda: quando potremo tornare a utilizzare l’acqua nelle nostre case?
Purtroppo la risposta non è ancora arrivata e il consigliere Saverio Pazzano lo ha ricordato nell’ultimo consiglio comunale. Proprio nel consiglio comunale dello scorso 30 gennaio sono però arrivate alcune risposte del Sindaco, che certo dovranno essere confermate dalla risposta formale proveniente dagli uffici. Nell’interrogazione La Strada aveva rilevato come già due anni fa per il serbatoio di Pietrastorta fosse stata disposta un’ordinanza di non potabilità e aveva, quindi, posto il quesito sulla manutenzione e sulla sicurezza di quell’acqua.
Parrebbe che, dopo l’interrogazione de La Strada, sia stata revocato per inadempienza l’incarico alla ditta che curava il sistema di clorazione. A questo punto sembrerebbe che si attendano nuove analisi dell’ASP per valutare le condizioni dell’acqua.
È necessario che l’acqua sia super controllata e ci mancherebbe altro. Ma tre mesi senza nuove comunicazioni (eccetto queste derivanti dall’impegno de La Strada) e senza acqua potabile sono davvero ingiustificabili.
Il consigliere Pazzano ha già anticipato che in fase di bilancio previsionale vorrà vedere come si comporterà l’Amministrazione nel calcolare la quota prevista derivante dalle tariffe dell’idrico. Chi non ha acqua potabile non dovrebbe pagare. Migliaia di utenti da tre mesi non hanno l’acqua potabile e se dovesse essere confermata l’inadempienza rispetto alla clorazione questo potrebbe avere anche delle concause. Aspetti per cui sarebbe auspicabile il Comune non prevedesse proprio il pagamento dell’acqua per gli utenti ricadenti nelle aree e nei periodi sottoposti ad ordinanza. Bisognerebbe evitare i ricorsi, che hanno costi di tempo e denaro per tutti, cittadini e Amministrazione”. E’ quanto si legge in una nota del Collettivo “La Strada”.