di Gaia Serena Ferrara
Gigi Proietti, Leo Gullotta, Franco Zeffirelli con l’Aida, il grande Charles Aznavour con il suo Recital Straordinario, e ancora il grande Ennio Morricone, Nicola Piovani, Pierfrancesco Favino, Giovanni Allevi.
Sono solo alcuni dei tanti nomi celebri e degli artisti che hanno calcato il palco del Teatro Politeama Mario Foglietti di Catanzaro, che ieri ha festeggiato i suoi vent’anni di vita: vent’anni di arte e musica, per un totale di circa 700 manifestazioni e spettacoli, alcuni più impegnati, altri semplicemente emozionanti, altri ancora decisamente perturbanti come hanno dimostrato alcune delle recenti performance nell’ambito del Festival Primavera dei Teatri.
Ad aprire le celebrazioni del ventennale di quella che ormai è a tutti gli effetti un’istituzione di riferimento nel panorama artistico e culturale locale, sono stati i 66 scatti di Antonio Raffaele, fotografo ufficiale della Fondazione Politeama fin dalla prima inaugurazione del Teatro avvenuta il 29 novembre del 2002, con l’esibizione dell’orchestra dell’Arena di Verona.
Le 66 foto (selezionate in quanto maggiormente rappresentative), che compongono la mostra, hanno avuto un ruolo considerevole: ripercorrere alcuni dei momenti più significativi e memorabili dell’attività del Politeama, perché come afferma lo stesso Antonio Raffaele: “Non può esistere nessuna storia senza ricordi”.
E sull’esposizione ha aggiunto: “E’ un percorso che racconta in piccola parte quello che è stato il passato del teatro, un omaggio alla città ma soprattutto a quelle persone che non hanno avuto la fortuna di vivere la bellezza di alcuni spettacoli”.
Presenti alla serata evento di ieri anche il sindaco Nicola Fiorita, l’assessore Donatella Monteverdi, il sovrintendente Gianvito Casadonte e lo stesso Aldo Costa, Direttore Generale della Fondazione Politeama, il quale si è detto particolarmente orgoglioso della tappa raggiunta: “Sono i nostri primi vent’anni, ma quella di oggi è soltanto una prima manifestazione.”
Costa ha infatti specificato: “Questa sarà la stagione del ventennale, con una serie di iniziative fino a maggio per tutta la durata della stagione teatrale”.
Allo stesso tempo, però, non potevano mancare alcune considerazioni di carattere generale riguardanti lo stato di “salute” del Teatro e le difficoltà che ha dovuto affrontare, sia come conseguenza della pandemia sia a causa dell’esiguità dei finanziamenti: “C’è stato un momento qualche anno fa – ricorda Aldo Costa – in cui sembrava che il teatro dovesse chiudere. Poi fortunatamente siamo riusciti a rimettere in moto una condizione di equilibrio economico, anche grazie al sostegno dei soci fondatori”.
Le idee e le possibilità che il teatro offre sono molteplici, e numerosi sono i progetti in cantiere e in fase di realizzazione: “Laboratori, coro di voci bianche, orchestra”, Costa riporta alcuni esempi per poi aggiungere che “ovviamente è necessario un sostegno economico serio, basti pensare che teatri della stessa dimensione e della stessa importanza ricevono almeno un paio di milioni di euro l’anno per stagione”.
E’ stato, dopotutto, lo stesso sindaco Fiorita ad ammettere che quest’anno non è stato possibile destinare al Teatro gli stessi finanziamenti di cui ha beneficiato in passato: “La priorità è stato tenerlo in vita e non permettere che la sua storia si concludesse qui. Abbiamo destinato tutte le risorse possibili, in considerazione della congiuntura economica attuale.”
A sostegno della resilienza e resistenza che il Politeama ha dimostrato, il Direttore Generale ha aggiunto: “Il nostro è stato uno dei pochi teatri meridionali ad aver fatto delle stagioni quasi complete, tenendo conto anche dell’emergenza sanitaria”, superando anche il tipico scetticismo catanzarese che inizialmente ha circondato questa realtà.
Presidio di cultura, patrimonio di tutto il capoluogo e simbolo di identità: il Politeama non è, perciò, solo performance e spettacolo.
L’artista SMOE, infatti, attraverso il suo manifesto celebrativo, che è stato esposto al pubblico ieri, ha voluto intenzionalmente omaggiare l’architettura della struttura stessa, rappresentando il tutto tramite una scomposizione che rende l’ambiente onirico, soprattutto grazie alla rappresentazione del cielo notturno che amplifica il significato di “catarsi” delle arti e del teatro.
Una celebrazione poliedrica quindi, quella di ieri, alla quale hanno preso parte non solo i cittadini e le personalità del territorio ma anche altri personaggi di spicco, fra cui Stefano Massini che ha animato la prima serata con il suo spettacolo “Quando sarò capace di amare”, nel quale l’artista ha toccato dei temi universali attraverso l’espediente di un dialogo immaginario con Giorgio Gaber.
Oltre a riservare un piccolo momento musicale finale dello spettacolo al ventennale del Politeama, Massini ha voluto anche offrire una sua personale riflessione sul valore e sul significato che ha per lui l’espressione artistica: “Il teatro per me è il massimo luogo in cui gli esseri umani si guardano in faccia con le loro paure, le loro crisi, i loro conflitti, la loro ignoranza su sé stessi e cercano di uscire da questa nebbia e di capire qualcosa in più di loro stessi. Con il teatro l’umanità giunge a una consapevolezza diversa di sé, attraverso le storie che vengono raccontate, le domande che vengono poste, utilizzando dei personaggi. Sono secoli che l’essere umano fa teatro per raccontare agli altri quello che prova, quello che non prova e anche quello che vorrebbe provare e non ci riesce.”