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“Io esisto”: al Politeama di Catanzaro, i ragazzi di “Fiori del deserto” in scena con le loro storie e fragilità

Meraviglioso. Toccante. Empaticamente sconvolgente. Lo spettacolo “Io esisto” dell’associazione “Fiori del Deserto”, promosso da “Ave-Ama” – che ha chiuso il sipario sulle Giornate dedicate alla Salute Mentale che le 21 associazioni costituenti il CASM (Coordinamento regionale associazioni di Salute Mentale) ha svolto in tutte le province calabresi, con il coinvolgimento dei Dipartimenti del settore – ha toccato le corde di quanti hanno preso posto al Politeama di Catanzaro per applaudire gli sforzi artistici dei ragazzi.

Ed è stato un successo. Dopo tanti convegni, approfondimenti, momenti laboratoriali e dedicati alla prevenzione che si sono alternati in tutta la regione sin dal 16 settembre scorso, la parola è finalmente tornata a coloro per i quali le famiglie e le associazioni hanno portato avanti il loro impegno, cercando un punto di incontro con le istituzioni: i ragazzi con disagio mentale, che non sono “brutti, cattivi, intrattabili e spaventosi” com’è il pensiero comune.

Quegli stessi attori che sul palco – sotto la sapiente direzione del regista Egidio Gemelli, con le coreografie di Ilaria Badolato – non hanno fatto mistero delle proprie fragilità, reclamando un po’ di attenzione da chi fa addirittura fatica a guardarli come “persone”.

E non è stato un caso che la parte iniziale dell’evento sia stata affidata alle sapienti parole dello psichiatra, docente all’Università di Trieste, Peppe Dell’Acqua, che pur non potendo essere presente ha voluto mandare un messaggio a chiare lettere su quello che significa la malattia mentale oggi: “Dopo la chiusura dei manicomi con la legge Basaglia, una grande conquista per tutti, è andato perdendosi quello spirito di  cambiamento che doveva riguardare la malattia mentale –sono state le parole del celebre psichiatra, che ha lavorato a fianco di Franco Basaglia – Oggi non va tutto bene. C’è bisogno di restituire dignità alle persone con problemi di salute mentale che sono dei cittadini con una propria storia, una propria soggettività, con dei desideri specifici. Riconoscere i diritti non basta, occorre portare avanti delle politiche che rimettano al centro la persona e convergano verso una visione “comune”, così come stanno facendo le associazioni che di queste persone si occupano”.

Del resto, gli stessi interpreti, che si sono alternati nelle varie scene di cui era composto lo spettacolo, hanno dato prova di conoscere perfettamente il “male” da cui sono afflitti, e di saperlo descrivere attraverso l’indifferenza della gente, la mania del controllo (“è l’abitudine che mi salva”), la rabbia che a volte esplode, la solitudine che è insita nella malattia.

Gli abbracci, le mani in cerchio, la vicinanza dei volontari che si sono esibiti assieme a loro, hanno voluto rimarcare il loro “essere nel mondo”, attraverso il desiderio “urlato” di essere accettati per quello che sono e di essere amati: Valentina, Annarita, Emilia, Daniele, Alessandro, Maria, Antonio, Erica, Maria Luisa, Rita, Laura, Maria Francesca, Antonella, Francesca, Fortunato e Vincenzo hanno ricevuto timidamente i loro meritatissimi applausi, condividendoli con i ballerini, i membri del Coro Santa Maria della Roccella diretti da Leonardo Procopio, l’attrice Emanuela Calabretta ed il regista Egidio Gemelli, che non ha potuto trattenere le lacrime per l’emozione che l’aver lavorato fianco a fianco con questi ragazzi per tre mesi ha in lui suscitato.

Sul palco, poi, il conduttore Domenico Gareri ha voluto proprio tutti: la vulcanica Ninetta Cristallo, presidente di “Ave-Ama” nonché ideatrice dello spettacolo di “Fiori del Deserto” giunto alla terza edizione; Aurelia Ramundo, volontaria instancabile e madre di Arnoldo Folino, alla cui memoria è stato dedicato “Io esisto”; Rosellina Brancati, presidente del CASM; Francesco Lucia, in rappresentanza dei Dipartimenti regionali di Salute Mentale, e Venturino Lazzaro, assessore comunale alle Politiche Sociali. Nel video che ha riassunto l’impegno del CASM in questi mesi, è stato dato ampio spazio agli interventi di Rosina Manfredi, a capo del Centro di Salute Mentale di Lamezia Terme, e di Rubens Curia, medico portavoce di “Comunità Competente”, che ha auspicato una riorganizzazione della sanità regionale che punti su un’unità di azione tra le tre competenze – istituzioni, operatori del settore e associazioni – che devono poter lavorare insieme per il raggiungimento degli obiettivi, quali l’istituzione della Consulta dipartimentale per la Salute Mentale nelle Asp (per ora è presente solo nell’Asp di Catanzaro), l’intervento nei budget della salute che deve prevedere il recupero della persona con  disagio mentale nella società, e l’istituzione di luoghi intermedi come le Rems.

Ed anche se l’integrazione socio-sanitaria rimane ancora il punto dolente della programmazione regionale, i passi compiuti dal CASM sono andati verso la direzione di intessere rapporti istituzionali che partano da quelli che sono i reali bisogni dei territori: e già si pensa alla Conferenza regionale dell’anno prossimo ed agli impegni futuri nelle scuole e tra le famiglie per fare prevenzione, soprattutto alla luce dei rischi legati all’uso dei social.

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