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La crisi dei servizi sanitari a Crotone

Riceviamo e pubblichiamo:

È gravissimo quanto sta accadendo a Crotone: una provincia il cui consultorio di ginecologia rimanga da due mesi inattivo e sprovvisto di personale non può definirsi tale. Una provincia i cui servizi sanitari vengano smantellati inesorabilmente, pezzo dopo pezzo, costringendo i pazienti a estenuanti viaggi della speranza per poter essere assistiti dovrebbe suscitare sdegno, indignazione e capacità reattiva nei cittadini, ma soprattutto negli amministratori. Il quadro diventa ancora più inquietante leggendo il post della clinica Marrelli costretta a non erogare più il servizio di PET/TC e le prestazioni di scintigrafia, dal momento che la REGIONE CALABRIA e l’ASP di Crotone non considerano per la popolazione del territorio tali servizi “indispensabili”cioè rientranti nei Livelli essenziali di assistenza (LEA) e dunque erogabili con il Servizio sanitario nazionale (SSN).

Ancora una volta la nostra città viene spogliata di tutto nell’indifferenza generale e abbandonata a un destino di degrado e declassamento. Nonostante la virulenza delle neoplasie, nulla viene fatto per potenziare il reparto di oncologia o per sviluppare sinergie positive tra settore pubblico e privato atte a incrementare l’offerta e far fronte alle richieste dei tanti malati.

Molti pazienti vengono dirottati in altre province calabresi, nel deprecabile caso in cui necessitassero di interventi o terapie più specialistiche, con il rischio di perdere la vita o di riportare danni seri a causa del ritardo.

Si allarga la forbice tra chi può partire verso strutture specializzate e quanti, a causa delle difficoltà economiche, possono solo sperare di sopravvivere.

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Quanti impegnati in prima linea denunciano le malversazioni, le anomalie, le mancanze dei nostri settori nevralgici vengono ignorati nella migliore delle ipotesi o ridotti all’impotenza.

E Crotone si spopola. Chi pensa di poter offrire un futuro decoroso ai giovani in un contesto del genere?

prof. Romano Pesavento

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