“L’appalto al policlinico Germaneto CZ, per le pulizie, come al solito e sempre al maggior ribasso, si applica sulla pelle delle donne, quelle maggiormente colpite dal groviglio di NON regole”. Lo afferma in una nota la Federazione USB di Catanzaro.
“Personale che lavora part time “base” – chi con 16 ore settimanali, chi ne svolge 15, chi invece ne svolge 20, – poi durante la settimana sempre a discrezione della ditta appaltatrice “Meridionale Servizi Soc. Coop.“ se gli servi applichiamo un specie di contratto “pluri”, dove ti vengono richieste in aggiunta altre due ore in più – in definitiva lavoratrici ad utilizzo e consumo della ditta”.
“Ma non appaghi di questa flessibilità, ripetiamo, in questa DIS-organizzazione del lavoro le lavoratrici devono svolgere: due ore e mezzo la mattina quindi arrivano – giustamente a spese loro – da più parti della provincia, devono andare via – giustamente a spese loro – e devono rientrare per svolgere un’altra ora e mezzo nel pomeriggio per poi andare via – sempre giustamente a spese proprie”.
“E sempre in tema di sfruttamento di bassa manodopera – prosegue la nota – questo spezzettamento di orario non riguarda tutto l’organico della ditta di pulizie, ma solamente una parte di mamme, donne non privilegiate, oramai senza forze, che lavora per mantenere puliti i reparti dell’ospedale ed a fine giornata sono a pezzi”.
“Abbiamo inviato una nota come USB per regolamentare il lavoro “alla ditta meridionale”, ma quando parli di regole tutti si mettono il cerume nelle orecchie per non sentire, ora ci muoveremo con l’appaltante e poi con gli altri enti dello Stato per parlare delle attività lavorative”.
“Lavoratrici invisibili ai più! Che lavorano alle prime ore del giorno per rendere e garantire tutti i giorni spazi puliti e scrivanie lucide; prima che il manager che ha firmato il ribasso, l’appaltatore pubblico, si accomodi nel suo ufficio senza voler sapere chi con spazzoloni e scope con il proprio sacrifico ed il ricatto occupazionale ha lavorato, senza preoccuparsi se questi lavoratori subiscono sorpresi o il contratto da lui sottoscritto si svolge secondo regole precise, oppure gli avanzamenti di carriera dopo anni ed anni di pulimento sono regolari! Presupposto necessario in un appalto”.
“Come dicevamo, come USB, questi tipi di contratti che la pubblica amministrazione sottoscrive sulla pelle dei lavoratori appaltando a ditte che poi a loro volta per avere maggiori guadagnami sfruttano la manodopera; sono giungle tropicali dove è difficile districarsi, contratti di poche ore che permette ai padroni di approfittarsi delle difficoltà sopportate dalle lavoratrici, che hanno un salario insufficiente, costrette a rendersi disponibili ad ulteriori lavori ad ogni ora e in condizioni irregolari pur di guadagnare qualche altro soldo per sé e per la propria famiglia, nonostante il logorio del proprio fisico e quello ulteriore carico del lavoro famigliare”.
“Questo è quanto succede nei settori privati, dove non ci sono particolari vincoli per la scelta di un’impresa appaltatrice, – dopodiché è il settore pubblico che ha esternalizzato introducendo maggiori prescrizioni, che dovrebbe far rispettare le clausole di salvaguardia dei lavoratori, cosa questa che passa in secondo o terzo piano perché l’unico obiettivo della P.A. rimangono i tagli alla spesa e condizioni contrattuali imprecise, ancorati al massimo ribasso. Concettualmente, essendo le pulizie un servizio ad alta energia di manodopera, le aggiudicazioni degli appalti pubblici dovrebbero essere realizzate secondo una valutazione qualitativa delle offerte proposte; ma in realtà – ripetiamo – unico obiettivo è quello del maggiore ribasso sulla pelle di chi?? NON importa!”.
“Vorremmo solo ricordare – conclude il sindacato – che detto personale nel corso della pandemia da Covid-19, mentre tutti erano diventati “eroi” gli addetti alla pulizia sono stati gettati allo sbaraglio, causando anche contagi alimentati anche dalla scarsità di dispositivi di protezione individuale, tamponi e prodotti sanificanti, cosa hanno ricevuto in cambio ?? sfruttamento e mancanza di una organizzazione di lavoro per avere una “parvenza“ di una vita dignitosa”.
“Riteniamo vergognoso l’atteggiamento di voltarsi dall’altra parte della struttura sanitaria del policlinico di Catanzaro!”.