Ritorna Teatro d’aMare a Tropea. Il festival di teatro contemporaneo farà tappa nella perla del Tirreno dal 5 al 12 settembre con tantissime novità. La manifestazione, organizzata dall’associazione LaboArt Tropea e dal Comune di Tropea, giunge quest’anno alla sua sesta edizione, dopo due anni di stop forzato per le limitazioni imposte dalla pandemia.
Non soltanto il teatro tra i “protagonisti” di questa edizione ma anche le altre arti performative che andranno a completare un calendario di eventi super ricco.
Si comincia il 5 settembre alle 19:30 presso il Giardino del Museo Diocesano dove si terrà l’anteprima del festival: in apertura “Omnia vincit amor”, un omaggio all’antropologo Luigi Maria Lombardi Satriani (scomparso il 30 maggio di quest’anno) che è stato nel 2017 il padrino del festival. A seguire “Langelo” di Alessandra Cristiani, uno spettacolo di danza che indaga il concetto dell’attesa e del silenzio, due abitudini sempre più rare in era contemporanea. Alessandra Cristiani ha vinto il premio UBU per il miglior spettacolo di danza nel 2018 (Euforia).
A chiudere la serata di anteprima la musica dal vivo: presso Le Mura Restaurant&Lounge andrà in scena Gonzalo Baby Boy, un giovane rapper/performer che fa del paradosso la sua arma migliore.
Il 10 settembre in doppia replica alle 20:00 e alle 22:15 presso la Cappella dei Nobili c’è “Arturo” di Nardinocchi/Matcovich, uno spettacolo di teatro “quotidiano” che indaga con estrema tenerezza un fatto autobiografico accaduto ai due autori/attori e vale a dire la perdita del padre. Arturo ha vinto il Premio Scenario Infanzia 2020, il Premio Direction Under30 2022 ed è stato selezionato tra i finalisti del Premio In-Box 2021. A seguire, sempre presso Le Mura Restaurant&Lounge, c’è il concerto dei Doppio Zero: un tuffo nel cantautorato italiano.
L’11 settembre in doppia replica alle 20:00 e alle 22:15 presso il Giardino del Museo Diocesano c’è “Amanda. Colei che deve essere amata”, il primo spettacolo prodotto da LaboArt Tropea che esordisce a Teatro d’aMare: l’opera ideata e scritta dai Fratelli Carchidi inscena la surreale storia d’amore tra una donna e un disturbo dell’ascolto (l’acufene) che diventa il pretesto per indagare il potenziale tossico di alcuni rapporti di coppia. Lo spettacolo ha debuttato nel 2022 al Teatro PimOff di Milano dopo essere stato finalista al Premio PimOff per il teatro contemporaneo. A seguire il prorompente ritmo brasiliano dei Não Sonamu presso Le Mura Restaurant&Lounge.
Il 12 settembre alle 21:30 presso il Teatro del Porto di Tropea arriva “Tiresias” di Giorgina Pi e Bluemotion: ispirato ai taglienti versi di Kae Tempest, lo spettacolo indaga la figura del cieco e inascoltato profeta Tiresia, facendo emergere i paradossi che ancora oggi abitano le vite di chi riesce ad andare oltre con lo sguardo ma non viene capito. Tiresias, oltre ad aver vinto il premio Rete Critica 2020, ha fatto incetta di premi UBU nell’edizione 2020-21, vincendo la statuetta per il migliore attore protagonista (Gabriele Portoghese), per il miglior progetto sonoro (Collettivo Angelo Mai) e per il miglior spettacolo di drammaturgia straniera; inoltre l’autrice del testo Kae Tempest ha vinto nel 2021 il Leone d’argento alla Biennale di Venezia.
Il festival si chiuderà con il concerto di Danilo Lico durante il dopofestival a Le Mura Restaurant&Lounge.
A impreziosire un cartellone già folto abitando i luoghi del festival ci saranno tre mostre di tre artiste/i calabresi: Iside Callipo che presenterà “Le comparse. Rendersi visibili all’improvviso”, Laura Cortose che presenterà “Il Giardino di Laura” e la mostra fotografica “Visioni. Oniriche e melanconiche” di Tommaso Donato.
La direzione artistica è affidata a Maria Grazia Teramo e Francesco Carchidi che hanno provato a inserire nel cartellone spettacoli che aprano spunti di riflessione sulle problematiche più urgenti che stanno nascendo in epoca contemporanea e più in particolare sul concetto di mancanza che l’essere umano si ritrova ad esperire nell’epoca in cui l’avere e l’apparire stanno sostituendo l’essere. Giocando con le virtù e i vizi della nostra epoca, le compagnie in cartellone riescono a fare un connubio tra l’innovazione dei loro metodi e la tradizione in grado di conservare i gradi emotivi più atavici del teatro come forma d’arte. L’universalità dei messaggi veicolati assume in questi spettacoli un ruolo catartico che spinge il pubblico a riflettere su sé stesso, su alcune delle questioni più urgenti dell’epoca in cui vive nonché sul suo ruolo all’interno della società.