“Forniture, manodopera, tasse, cassa edile, materie prime, energia da pagare. La ripresa dopo la pausa estiva si presenta difficile per molte imprese del settore edile, il tutto in un contesto quanto mai anomalo poiché ricco di lavoro ma povero di liquidità. Un periodo piuttosto buio per l’edilizia, in cui professionisti e imprese restano ferme al palo, in attesa di risposte che la politica non riesce a dare ora men che meno.
Non si sa ancora bene cosa e se qualcosa cambierà con la conversione in legge del Decreto Aiuti-bis. Basti pensare che, a 2 anni dalla nascita del Superbonus, con un escalation normativa preoccupante, stiamo registrando, ad oggi, solo una sorprendente truffa perpetrata dallo Stato ai danni di imprese, professionisti ed operai.
Problemi a conoscenza di tutti ma che ad oggi nessuno è riuscito a risolvere. Non può lo Stato continuare ad esser sordo davanti alle istanze rappresentate dal mondo edile, finendo così per penalizzare le imprese sane e strutturate che, peraltro, già pagano lo scotto legato alle difficoltà di approvvigionamento dei materiali, al vertiginoso rincaro delle materie prime, all’aumento incontrollato del prezzo dell’energia.
Aumento peraltro sul quale non vi è stato alcun controllo da parte dello Stato! Una speculazione senza eguali, perpetrata davanti agli occhi indifferenti della politica!
Ora il rischio paventato alcuni mesi addietro sta diventando realtà: lo spettro della crisi del settore non è più dietro l’angolo ma davanti agli occhi inermi degli imprenditori.
Davanti alla grave situazione prospettata o lo Stato interviene con estrema sollecitudine oppure il settore è destinato ad affondare mestamente, portandosi a fondo tutti gli onesti che hanno in buona fede fattivamente creduto nella ripresa economica del settore edile.
Sono necessari correttivi immediati. In primis è necessario rendere strutturali i bonus edilizi e non più misure legate al tempo, stante l’interesse superiore quale quello della riqualificazione energetica e della transizione ecologica.
Serve intervenire tempestivamente per evitare il fallimento di migliaia di imprese che hanno immagazzinato i crediti ma che ora non riescono più a monetizzarli. Una situazione che mette a rischio il proseguimento dei lavori e la sopravvivenza delle stesse imprese. E’ necessario rivedere prontamente il meccanismo della responsabilità solidale che di fatto impedisce a nuovi acquirenti di accedere al credito.
Non c’è ragione per mantenere l’estensione del principio della responsabilità solidale anche ai successivi acquirenti bloccando di fatto il meccanismo della cessione del credito.
Occorre ampliare la capacità di acquisto da parte degli istituti di credito che hanno in pancia grandi liquidità mentre le imprese sono in enorme sofferenza.
Le frodi non si combattono certo facendo fallire le imprese e spingendo le stesse a licenziare tanta povera gente!
La FenealUil ha più volte segnalato che bisognava regolamentare e normare esclusivamente i bonus facciate perché li si insediavano le frodi ai danni dello Stato.
Il Superbonus non è mai stato tra questi in quanto sufficientemente regolamentato dall’inizio.
Occorre, ancora, un meccanismo che consenta alle imprese di poter monetizzare crediti relativi a cessioni effettuate nel 2021 e nel primo semestre 2022 ad oggi non monetizzabili a causa del blocco degli acquisti da parte delle banche che dichiarano di aver esaurito il plafond delle compensazioni.
Bisognerebbe, quindi, introdurre un intervento di controllo pubblico che eviti alle banche di fare cartello e di sottrarre risorse pubbliche a danno del provvedimento.
Non è accettabile, infine, che la marginalità delle banche rischi di superare quella delle imprese che eseguono i lavori”.
Lo afferma, in una nota, Maria Elena Senesse, FenealUil Calabria.