La giunta comunale, guidata dal sindaco avvocato Simona Scarcella, ha deliberato di impugnare innanzi al Tribunale regionale delle acque pubbliche, organo competente in materia, il piano di stralcio approvato dall’Autorità di bacino dell’Appennino meridionale.
Si tratta di un provvedimento che aveva suscitato numerose polemiche da parte degli amministratori locali della Calabria, i quali, coralmente, avevano lamentato la mancata applicazione della procedura di legge che impone la consultazione partecipativa degli enti locali.
Il sindaco di Gioia Tauro era stato tra i primi amministratori a manifestare la propria contrarietà a un documento ritenuto non corrispondente alle esigenze di tutela del territorio e ai rischi alluvionali e idrogeologici della comunità.
“La procedura adottata dalle Autorità di bacino non appare rispettosa delle norme stabilite dalla legge che disciplina l’adozione dei piani di stralcio, la quale prevede una partecipazione preventiva dei Comuni che, attraverso i propri tecnici, devono indicare le zone effettivamente a rischio alluvionale e di esondazione. Il documento approvato e trasmesso agli enti, senza alcuna comunicazione preliminare, non tiene conto delle peculiarità del territorio di Gioia Tauro, compromettendo non soltanto il corretto sviluppo urbanistico ed edilizio, ma creando anche un gravissimo danno erariale all’ente comunale.
Il nostro obiettivo è garantire la tutela dell’incolumità pubblica e dei nostri territori, ma farlo in maniera corretta e, soprattutto, tenendo conto dell’effettiva conoscenza dei luoghi, che solo i tecnici comunali possono avere. Un documento calato dall’alto, senza alcuna interlocuzione con i territori, non risponde agli obiettivi della legge. Nello specifico, contestiamo che l’intera procedura amministrativa, così come contemplata dalla normativa vigente, sia stata puntualmente disattesa. Ciò che chiediamo è una riapertura della procedura, affinché il nostro ente e molti altri possano svolgere adeguatamente le proprie funzioni.”
Il Comune, in questi mesi, era stato destinatario di numerosi solleciti da parte dei cittadini, che lamentavano la sopravvenuta inedificabilità dei propri terreni e chiedevano l’esonero dal pagamento delle relative imposte.
Viene inoltre evidenziato che il piano di stralcio adottato riguardava aree interessate da finanziamenti del PNRR, che sarebbero risultati irrealizzabili a seguito delle nuove prescrizioni.
È evidente che gli esiti di questo procedimento giudiziario avranno un impatto significativo su numerosi Comuni. Si auspica che, nelle more della procedura giudiziaria, l’Autorità di bacino possa decidere di riaprire la procedura, evitando ulteriori contenziosi dannosi per i territori e per lo sviluppo economico della Calabria.
