Filomena Greco, consigliera regionale di Casa Riformista-Italia Viva, In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, invita “a tenere alta l’attenzione non solo sulla violenza fisica esercitata sulle donne, ma anche sulla violenza economica, che limita ed imprigiona la libertà femminile, anche nel contesto del Mezzogiorno d’Italia e della Calabria”.
“Eurostat – afferma Filomena Greco – ci dice che la Calabria è tra le regioni peggiori d’Europa, con il tasso di occupazione femminile inchiodato al 33,1%, contro una media nazionale del 53,3%. Il divario occupazionale è tra i peggiori nel Continente, aggravato dall’elevata disoccupazione che colpisce le giovani donne laureate: solo il 21,6% trova un lavoro a tre anni dal conseguimento del titolo. Alte competenze e zero opportunità, con le laureate calabresi spesso più brillanti dei loro coetanei, costrette all’inattività o all’emigrazione. Il 25 novembre, oltre ad essere la giornata del lutto e della condanna delle pratiche di violenza sulle donne, si deve considerare che la violenza si esercita in molteplici forme e modi, tutte indirizzate a costringere le donne in posizione di subordinazione e ricattabilità. Non sono solo i segni sul corpo ad identificare una vittima della violenza di genere. Al contrario spesso si manifesta attraverso la privazione dell’autonomia e dell’indipendenza, della libertà di scelta e della dignità economica. La dipendenza economica alimentata dalla disoccupazione rende le donne calabresi più vulnerabili e meno capaci di uscire da relazioni violente. La violenza economica rappresenta la catena invisibile e subdola che perpetua e potenzia la disparità e, dunque, la sottomissione. Violenza economica è emarginazione e costringe a ruoli marginali, in famiglia e nella società; violenza economica è ricatto poiché la dipendenza economica incatena le donne a relazioni abusive e violente. I reati spia del Codice rosso segnalano un’emergenza costante nella nostra regione, con il forte incremento dei maltrattamenti: più 33%, per l’80% di origine domestica. Ecco perché sento di chiedere un impegno corale affinché in Calabria si intensifichino gli sforzi per un lavoro femminile di qualità, per l’accesso al credito e la realizzazione di servizi di supporto: tutte misure che possono affrancare le donne dalla dipendenza economica, promuovendo autodeterminazione e spezzare così il circolo vizioso della doppia fragilità femminile”.
“Chiedo un piano di azione congiunto – dice ancora la consigliera regionale – che includa incentivi per l’imprenditoria femminile e misure per un’effettiva parità salariale, il potenziamento dei centri antiviolenza e delle Case rifugio e campagne di sensibilizzazione a partire dalle scuole per un’educazione al rispetto e alla responsabilità. Il 25 novembre non può essere solo una giornata per commemorare le vittime della violenza di genere, ma deve essere trasformata in un’occasione per la mobilitazione di tutte e tutti affinché l’indipendenza economica sia riconosciuta come un diritto e non una concessione o un privilegio”.
