di Claudio Cordova – Fa tenerezza pensare all’idea che la Reggina Calcio – non si sa nella persona di quale genio – possa aver solo immaginato di turlupinare una testata come Il Dispaccio che, da quando è nata (aprile 2012) si occupa di inganni, intrighi, furbizie ben più rilevanti. Il fatto, che i nostri lettori non possono conoscere perché si tratta di una dinamica interna, è il seguente: Il Dispaccio, da mesi, non riceve più i comunicati stampa della Reggina Calcio. Anche in questo caso sarebbe divertente capire chi ha partorito questa idea. La premessa è doverosa perché, dopo mesi di silenzio, nella giornata di lunedì, arriva una insolita comunicazione da parte del club che invita a “un incontro con la stampa al quale interverranno il Direttore Generale Giuseppe Praticò e il Direttore dell’Area Tecnica Giuseppe Bonanno”.
Ora, come detto, Il Dispaccio da sempre si occupa di comportamenti che, in altri ambienti, vengono definiti “tragedie” e “falsa politica”. Ma, in questo caso, non serviva essere strateghi di chissà quale caratura per capire che si trattasse di una imboscata. Alla quale, ovviamente, non abbiamo abboccato. Anche perché, subito dopo, la Reggina ha ufficializzato degli acquisti (si spera migliori rispetto a quelli già effettuati), senza, ovviamente, inviarci il comunicato stampa.
Insomma, non serviva essere dei geni per capire il meccanismo. Abbiamo disertato la conferenza stampa nel corso della quale si è parlato di dinamiche tutto sommato sportive, se di sport si può parlare nella sgangherata esperienza che sta contraddistinguendo l’operato della proprietà Ballarino. Questo perché il direttore generale ha (come avevamo previsto) ha rilasciato una serie di dichiarazioni lesive dell’operato dell’informazione e, segnatamente, dell’informazione del Dispaccio. Senza, ovviamente, menzionare la testata: “Gli articoli che mi sono stati rivolti, pieni di cattiverie, io sono qui al mio posto. Non ci sono cascitte. Sono sempre qui che aspetto il confronto. Sono di Reggio, il mio sangue è amaranto. Sono cresciuto, non a chiacchiere, con la Reggina in C2. Non c’è mai stata una persona che mi ha chiamato e io non ho risposto, o che mi abbia fermato sul Corso Garibaldi. Nessuno mi ha mai fermato a dirmi che sono un uomo di merda. Tutto il resto, che scrivano quello che vogliano. Quando scrivi con profili fasulli o ti nascondi dietro una tastiera, non sei un uomo”.
E qui c’è la prima differenza tra noi è il signor Praticò, cui mi rivolgerò con il tu, dato che nella vita ci diamo il tu e quindi non servono falsità (sul Dispaccio, caro Peppe, non ne leggerai mai). La prima differenza è che Il Dispaccio – e nello specifico il collega Paolo Ficara che, per tua fortuna, si occupa di te molto di più rispetto a me – se deve rivolgerti qualche (feroce) critica lo fa indicando il tuo nome e il tuo cognome. Spesso inserendo anche la tua foto. Non in forma anonima. Un primo scivolone, caro direttore. In una città omertosa, non facciamoci mai contagiare da questo male atavico.
La seconda differenza è che (i tuoi congiunti che svolgono la professione di giornalista potranno confermartelo) io, il collega Ficara e chiunque altro, possiamo scrivere e dirti qualsiasi cosa, ovviamente senza mai trascendere nell’insulto. Per esempio, io oggi posso dirti (e lo faccio) che tu e la società che rappresenti siete degli incompetenti. E posso dirlo perché i risultati che avete fin qui ottenuto sono imbarazzanti. Da incompetenti, appunto. E questo, potrà ferirti quanto vuoi, ma è un fatto. Ora, i consigli che mi sento di darti e di darvi sono essenzialmente due: in primis, familiarizzare con il concetto di incompetenza, dato che la padroneggi benissimo; in secondo luogo, lavorare per evitare che io, Ficara, chiunque altro, si abbia appigli per dire quello che è un dato incontrovertibile: questi anni di Reggina sono stati un manifesto di inadeguatezza, una continua mancanza di rispetto nei confronti di chi vive per i colori amaranto e per gli stessi spende il proprio tempo, i propri soldi, a volte anche la propria salute.
Cosa che, devo dire, non mi sorprende, dato che i vostri dante causa politici abbiano dato ampia prova di insipienza in tutti questi anni di Amministrazione.
Per cui, caro direttore, sono certo di averti convinto della tua inadeguatezza dirigenziale in ambito sportivo. Cerco ora di dirti che, dato che di calcio ne capisci poco, cerca almeno di capire gli uomini, le persone. La storia del Dispaccio la conoscono tutti. I nomi che abbiamo fatto in questi anni su questa Testata – non offenderti – sono ben più importanti e temibili del tuo. In una città di scarsi e venduti, il collega Ficara è un lusso per la categoria giornalistica sportiva. Un po’ come lo è stato Zico per l’Udinese o Roberto Baggio per il Brescia (e qui mi autoinfliggo una coltellata). È la sua storia a parlare: la sua opposizione, spesso solitaria, a potenze che, negli anni, sono state Lillo Foti o quell’altro fenomeno di Felice Saladini. A parlare sono i suoi scoop in termini di calciomercato, quando il calciomercato era cosa seria. Non ex giocatori ed ex atleti ultratrentenni come quelli che l’incompetenza attuale sta vestendo di amaranto.
Per il resto, dato che auspichi il confronto, scegli una testata amica (tua) e interloquiamo, dal vivo, in diretta, col pubblico. Non per il piacere di farlo, ma per sottrarti per un paio d’ore dai danni che stai (e state) effettuando, con il nome di una squadra gloriosa come la Reggina.
