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“Francesca Morvillo. La strada interrotta”. Un atto di teatro civile che ha emozionato mille studenti lametini

Teatro Comunale Grandinetti.
Grande partecipazione e intensa emozione per lo spettacolo “Francesca Morvillo. La strada interrotta”, scritto e diretto da Tiziana De Matteo e interpretato dai performer della Compagnia di Teatro Stabile “A Regola d’Arte”, diretta dalla stessa regista.

All’evento hanno aderito oltre mille studenti provenienti da scuole di tutta la regione, a testimonianza di un interesse crescente verso i temi della legalità, della memoria e della giustizia. Lo spettacolo, che ha ottenuto il patrocinio della Camera Penale, dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) e del Movimento Agende Rosse, sarà messo in scena per le scuole di tutta la Calabria, proseguendo così il suo percorso di teatro civile ed educativo.

La rappresentazione è stata preceduta dai saluti istituzionali dell’Associazione Nazionale Magistrati, che ha anche inviato agli studenti un messaggio di grande valore umano e civile, invitandoli a credere nella giustizia come strumento di crescita collettiva e responsabilità.
Silvia Camerino e Tiziana Bagnato, scrittrice e giornalista del Movimento Agende Rosse, hanno poi letto i saluti di Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo Borsellino, il cui messaggio ha commosso e coinvolto l’intera platea.

In un tempo che spesso riduce le figure femminili a margine di storie più grandi, lo spettacolo dedicato a Francesca Morvillo compie un gesto necessario: ridarle il centro. La regista Tiziana De Matteo costruisce un affresco corale e intimo che intreccia la memoria privata e quella pubblica, la tenerezza dell’amore e la fermezza della giustizia.
Un atto di teatro civile che parla ai giovani e a chiunque creda ancora nella forza mite della verità.

Magistrata colta e rigorosa, Francesca Morvillo è ricordata come donna discreta e appassionata, che ha condiviso con Giovanni Falcone non solo un destino di amore e di morte, ma anche una comune idea di giustizia intesa come responsabilità verso la vita.
Lo spettacolo restituisce la voce autonoma di una donna che ha sempre considerato la giustizia come servizio, coniugando il rigore con la tenerezza e la legge con l’ascolto.

La drammaturgia, corale e poetica, intreccia testimonianze, canti e immagini di repertorio, restituendo un racconto che è insieme memoria, emozione e formazione civile.
Le canzoni della tradizione siciliana, i filmati e la voce stessa della regista si fondono in un linguaggio poetico e visivo di grande forza evocativa.

Annalisa Brizzi, che interpreta Francesca Morvillo, offre una prova intensa e misurata, capace di restituire la dignità e la profondità etica di una donna che ha vissuto la giustizia come forma d’amore, e l’amore come forma suprema di giustizia. Accanto a lei, gli altri interpreti – Allegra Saturno, Claudia Lavinia Barberino, Alida Ventura, Maria Pileggi, Andrea Mariano, Giuseppe Grandinetti e la piccola Alice Gatto – costruiscono una partitura corale in cui parola e musica respirano all’unisono.

Il pubblico, composto da studenti e docenti, ha seguito con attenzione e commozione questo racconto civile che non si limita a commemorare, ma invita a comprendere e a farsi eredi consapevoli della memoria.
Perché ricordare Francesca Morvillo significa riconoscere una figura di luce, una donna che ha incarnato la possibilità di una giustizia umana, gentile e capace di ascoltare.

In un tempo in cui la memoria rischia di dissolversi, il teatro si conferma luogo di resistenza culturale, capace di far dialogare passato e presente.
Con la forza tranquilla di chi ha creduto fino in fondo nel potere salvifico della giustizia e dell’amore, Francesca Morvillo continua a parlarci attraverso la voce del teatro e dei giovani che ne raccolgono l’eredità.

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