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I Cabrones domani sera all’Hard Rock Café di Milano: tra i musicisti della band c’è anche un chitarrista originario di Vibo Valentia

I Cabrones si formano all’incirca nel 2022, ma nessuno, in verità, si ricorda esattamente quando sono nati come band. Troppe cose sono successe da allora. Ci sono stati alcuni cambi di formazione, tra chi ha lasciato tutto per aprire un chiosco alle Maldive a chi ha deciso di prendere i voti e darsi ad un’altra vita più sobria. Ora finalmente la formazione è stabile e compatta, come il piatto di cacio e pepe che sono soliti prepararsi prima di salire sul palco. E come una famiglia.
La famiglia Cabrones.
Ve li presentiamo, uno per uno, ciò che li tiene uniti, tutti e quattro, è ovviamente la passione per una band di 4 newyorkesi, quella band che, praticamente, inventò il punk, i Ramones.
Alla batteria c’è Paska Cabrone, (Pasquale Dalessandro, 35 anni) che riesce a rimanere vivo dopo aver suonato, solo grazie all’amplificatore sgangherato dove si prende la corrente elettrica e che, all’occorrenza, funge anche da defibrillatore portatile. Paska sistema le bacchette sulla pelle tesa della grancassa della batteria, il sudore acido già gli imperla la fronte.
Al basso c’è Tony Cabrone, (Antonio Cantiani, 42 anni, di Bollate) un chitarrista barattato dal blues che ogni tanto aggiunge parole a noi estranee ai cori. Tony Cabrone accorda le quattro corde tese del basso, intercalando parole in slang blues mentre il vecchio amplificatore a valvole troneggia su una vicina sedia.
Alla voce Jurzy Cabrone, (Massimo Jurzan, 49 anni, di Rho) il cuoco e il frontman. Insomma, quello che si prende le bottigliate in faccia, nel caso qualcosa andasse male. Jurzy, con grembiule ancora sporco di cacio e pepe, scalda la voce e scherza con gli altri.
E infine alla chitarra c’è Gianlu Cabrone, (Gianluca Cicero, 36 anni, di Parabiago ma originario di Vibo Valentia) il vero professionista della band. Ha deciso di lasciare la sicurezza economica e la stabilità emotiva date dalla sua band di tarantella famosa in tutta la provincia calabrese, per le incertezze e la vita di strada del punk. Gianlu osserva la scena, la sua chitarra punk poggiata accanto a una valigia di cartone con adesivi di un gruppo di musica etnica popolare: «Ragazzi, questa sera siamo più famiglia che mai. Niente può andare storto se ci ricordiamo il cacio e pepe di Jurzy». «Famiglia? Solo se l’amplificatore a valvole regge fino alla fine!» risponde qualcuno dalla cortina impenetrabile di fumo che si è creata intorno alla band. Paska Cabrone batte il tempo con energia, il ritmo accelera, il basso di Tony Cabrone si fa più ruvido. Gianlu Cicero Cabrone si lancia in un assolo che graffia e strappa applausi, mentre Jurzy Cabrone urla nel microfono, la voce graffiante come una bottiglia rotta, «Chi l’avrebbe mai detto che lasciando la tarantella mi sarei trovato qui, a pogare sotto le stesse quattro note! è tutto merito dei Ramones, amico. E del nostro pubblico che ci vuole vivi… o quasi». Jurzy Cabrone stringe il microfono, Paska Cabrone controlla l’amplificatore, «funziona ancora…». Tony Cabrone conta a voce alta: «Uno, due, tre, quattro…prova prova!». Il treno Cabrones parte senza sosta, le note dei Ramones scivolano potenti tra gli spettatori che iniziano a pogare. Gianlu Cicero Cabrone esegue un riff surf-rock, il pubblico urla, le bottiglie di birra tintinnano nello spazio antistante tra palco e platea. Milano, M. I. L. A. N. O., l’Hard rock cafe di Milano, ci siamo arrivati finalmente, e Milano non ha mai visto nulla di simile. «Siamo i Cabrones, tributo e famiglia, e questa è la nostra notte!» «E chi non balla, non è dei nostri!». Paska Cabrone respira profondamente, l’amplificatore sgangherato è pericolosamente acceso vicino a lui e incute timori. Tony Cabrone sorride, la chitarra basso tra le mani. Jurzy Cabrone versa birra per tutti, Gianlu Cicero Cabrone racconta di vecchi palchi calabresi. «Siamo rimasti, contro ogni previsione. Questa è la vera punk family». E domani, altro palco, altra battaglia… ma sempre insieme, Jurzy Cabrone prende la parola, lo sguardo deciso: «Questa storia non finisce qui. Finché ci saranno i Ramones e la sua memoria sonora, ci saranno i Cabrones. E finché ci sarà la famiglia, il treno non si fermerà mai!.  Il repertorio dei Cabrones è esclusivamente composto dai loro pezzi e dalle cover che suonarono loro stessi, quello che fanno (oggi) è cercare di riprodurre live la potenza e il modo in cui i Ramones eseguivano (allora) i loro pezzi dal vivo. I Cabrones sono una loro tribute band che è stata invitata ad esibirsi in tanti luoghi dell’hinterland Milanese e del Varesotto, da Arese a Magenta, da Cairate a Fagnano Olona, da Rho a Saronno e tante altre località lombarde, ricevendo sempre ampi consensi dal pubblico appassionato del genere e dalla critica specializzata. Per le sonorità ricercate nei meandri del misterioso mondo punk rock e per bravura musicale, i Cabrones sono oggi molto seguiti dai giovani. Non c’è tempo per pause, chiacchiere e passeggiate avanti e indietro dal palco. Per ogni pezzo si parte con il 1-2-3-4 urlato da Tony Cabrone e non ci si ferma più. L’esecuzione è un treno con poche e brevi fermate. Ovunque suonano il pubblico poga e balla, divertendosi come 15enni. Si balla. Esatto. Perché i Ramones non erano solo punk ma anche sonorità e ritmi surf e rock’n’roll. E quindi, si salvi chi può! La band si prepara per la prossima avventura, sapendo che ogni concerto è più di una cover: è vita vera. Adesso giudicate voi! Appuntamento all’Hard rock cafe di Milano in via Dante n°5, (MM1 – Cordusio), domani sera 9 ottobre, alle ore 21.00.
Franco Vallone

Ecco le prossime date in programma dei Cabrones:
09/10/25 Hard rock cafe Milano
18/10/25 Birrificio barba d’oro Trezzano sul Naviglio
15/11/25 Rock’n’roll Rho
29/11/25 La curt basa Brembio

 

 

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