“Con Amedeo Ricucci se ne va uno dei più grandi protagonisti del giornalismo italiano degli ultimi decenni. Inviato di guerra, storico reporter capace di raccontare, attraverso i suoi resoconti, i più importanti conflitti internazionali del finire degli anni 90 ad oggi”.
La Fondazione Italo Falcomatà esprime sentimenti di profondo cordoglio per la scomparsa del giornalista Rai, morto a Reggio Calabria nei giorni scorsi. Ricucci – si legge in una nota della Fondazione – era stato insignito nel 2013 dello storico Premio La matita Rossa e Blu, proprio in virtù della sua attività giornalistica internazionale.
Calabrese di Cetraro, inviato di Professione Reporter, Mixer, TG1 e La Storia siamo noi, dall’Algeria al Kosovo, dall’Afghanistan all’Iraq, Ricucci ha rappresentato per anni uno dei pilastri del giornalismo di guerra italiano. Cronista vecchio stampo, abituato a consumare le suole delle scarpe, Ricucci è stato un riferimento per tanti giovani che si sono avvicinati alla professione giornalistica. Più che una professione la sua era una vera e propria vocazione. Sempre dentro le pieghe dei fatti, un giornalista capace di vivere le contraddizioni e gli orrori della guerra, per poterli raccontare in maniera vivida e scrupolosa. La sua prematura scomparsa lascia un vuoto nei tanti che, anche nella nostra città, in questi anni hanno avuto la fortuna di conoscerlo.