Il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, ha chiesto al prefetto di Vibo Valentia, Roberta Lulli, l’invio della Commissione di accesso agli atti al Comune di Tropea per procedere allo scioglimento per infiltrazioni mafiose.
In un lungo post sulla propria bacheca Facebook, il senatore Morra, atti alla mano (precedenti relazioni prefettizie e procedimenti giudiziari), traccia il profilo del sindaco Giovanni Macrì (Forza Italia), di tre assessori e di un consigliere di maggioranza evidenziando – scrive Morra – rapporti, parentele e legami con presunti esponenti dei clan La Rosa di Tropea e Mancuso di Limbadi.
Ricorda che “qualche mese prima dello scandalo del cimitero, a settembre 2020, il sindaco Giovanni Macrì ha pubblicamente premiato il custode del cimitero Francesco Trecate per ‘abnegazione al lavoro’, nonostante una richiesta di rinvio a giudizio pendente nei confronti di Trecate per assenteismo e truffa ai danni del Comune”. Ricorda che per tale ultimo procedimento penale, l’assessore ai Servizi cimiteriali si è astenuta dalla costituzione del Comune quale parte civile (mentre un figlio dell’assessore, quale avvocato, difende uno degli arrestati) unitamente ad altro assessore nipote del custode arrestato.
Morra spiega pure che “il sindaco Giovanni Macrì sarebbe stato informato per ben due volte di quanto accadeva al cimitero. Anche il testimone di giustizia, Pietro Di Costa, ha denunciato di aver avvertito per tempo il sindaco dello scandalo del cimitero, con tanto di messaggi audio sul telefonino”.
“Alla luce di tutto ciò, la Prefettura di Vibo – scrive ancora Morra – come mai non ha inviato alcuna Commissione di accesso agli atti al Comune di Tropea? La Prefettura ha intenzione di far terminare la consiliatura a tali amministratori senza alcun accesso agli atti nonostante lo scandalo del cimitero e quanto già messo nero su bianco con il precedente scioglimento? La Prefettura di Vibo si assume la responsabilità di legittimare amministratori con simili legami compromettenti, creando di fatto un pericolosissimo precedente?”.