Le scelte relative al futuro tracciato della linea AV SA-RC hanno chiarito che non si prospettano cantieri imminenti in Calabria. Fu chiaro sin dal principio, d’altronde, che tempistiche e modalità di finanziamento di tutto quanto posto a sud della tratta Battipaglia-Romagnano (Campania), sarebbe stato traslato ben oltre la data ultima di esecuzione del PNRR. Le affrettate campagne comunicative, forse, non hanno considerato accuratamente le tempistiche di esecuzione dell’infrastruttura. Con ogni probabilità, sono state offerte troppe aspettative senza la giusta ponderazione temporale di realizzazione dell’opera. Ma tant’è. Oggi è assodato che tutto quanto riguarderà la AV, per la Calabria, è argomento da rimandare oltre il 2035. Si stima, infatti, che la linea veloce toccherà Praia non prima della data indicata. Ritengo inutile, pertanto, se non solo a fini strumentali, riservare attenzioni esclusivamente alle future vicende di tracciato della nuova AV, perdendo di vista il dibattito sui necessari lavori di upgrading lungo la jonica. Diventa quindi dirimente pensare a interventi che, nell’immediato futuro, possano permettere all’area dell’Arco Jonico di immaginare un domani. E non sarà certo la semplice elettrificazione del tronco Sibari-Crotone-Lamezia a disegnare un avvenire di sviluppo sostenibile per il territorio in questione.
Abbiamo la certezza che entro il 2026 la velocizzazione AVR (alta velocità di rete fino a 200km/h) raggiungerà lo Jonio sulla sponda lucana. Dovrebbe essere un imperativo, quindi, per la politica nostrana, studiare sistemi che facilitino il percorso da e per Crotone-Sibari-Metaponto. La riconnessione della dorsale a sud di Metaponto diventa quindi funzionale per consentire all’Arco Jonico calabrese di avere un primo accesso alla AV già dal 2026. I lavori di miglioria lungo il tracciato compreso tra Metaponto e Battipaglia e le speranze riposte nella variante Tito-Auletta, permetteranno al Metapontino di raggiungere la Capitale in un tempo stimato di circa 3H. Dovrebbe essere un imperativo, quindi, predisporre l’innalzamento a rango C della tratta Sibari-Metaponto. Quest’ultima, infatti, nonostante elettrificata già da circa 40 anni, risulta ancora non elevata a rango C, pertanto inibita al transito dei treni veloci. Una sua elevazione strutturale, con l’aggiunta di un deviatoio nei pressi di Scanzano Jonico, consentirebbe ai treni provenienti dal Capoluogo pitagorico di raggiungere Roma in poco più di 4 ore.
Nella pianificazione del Por (’21-’27), é stata prevista la spesa di 32 miliardi da destinare al sud Italia. Una cifra mai vista prima e le cui modalità di assegnazione seguono le medesime prerogative dei fondi di Recovery. Le prelazioni, quindi, dovrebbero prediligere i territori rimasti indietro rispetto al Sistema Italia e, come dichiarato dal Ministrero alle infrastrutture, particolare riguardo dovrà essere riservato alle opere ferroviarie. Sarebbe opportuno, quindi, lavorare ad una riconnessione dei porti di Crotone e Corigliano-Rossano alla lingua di ferro e, contestualmente, alla già prevista variante a sud di Crotone verso lo scalo aeroportuale di Sant’Anna. Ancora, alla possibile fermata per la nota località turistica di Le Castella e alla nuova stazione baricentrica a servizio della futura area direzionale di Corigliano-Rossano. Senza dimenticare, la rettifica di tracciato a sud dell’abitato di Torre Melissa. Ecco, gli inteventi descritti dovrebbero essere il minimo sindacale per cui una Politica attenta e non affascinata dall’effimero dovrebbe impegnarsi.
La velocizzazione del percoso verso Metaponto-TA, oltretutto, avrebbe un duplice vantaggio: avvicinerebbe temporalmente l’Arco Jonico calabrese al ramo AV e rilancerebbe il percoso verso l’Adriatica, oggi totalmente sconnessa dalla jonica. Non abbiamo più scuse, quindi, per continuare a cincischiare del nulla mescolato al niente. Con quanto riferito, non voglio dire che il dibattito su quello che dovrà essere il percoso della nuova AV SA-RC a sud di Lagonegro debba essere messo in un cassetto. Soltanto, un invito alle Classi Dirigenti della Sibaritide e del Crotonese affinché si rispetti una temporalità nelle azioni da perseguire. Senza, necessariamente, strumentalizzare argomenti al solo fine di scrivere qualcosa per dimostrare la loro esistenza ai rispettivi Popoli.