Avviso Pubblico, la rete dei comuni antimafia, esprime profonda preoccupazione e rammarico per lo scioglimento dell’Azienda sanitaria provinciale (Asp) di Vibo Valentia, disposto dal Consiglio dei Ministri. La decisione, motivata da gravi infiltrazioni della criminalità organizzata all’interno dell’ente – tanto che la Dda di Catanzaro scrive di un’azienda «completamente e totalmente asservita alla criminalità organizzata» – conferma una situazione allarmante che da tempo affligge il sistema sanitario locale e mina profondamente la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
«Sostenendo l’azione della Magistratura, delle Forze di Polizia e degli organi dello Stato deputati al controllo del territorio e al ripristino della legalità, prendiamo atto con grande preoccupazione della recente decisione di sciogliere nuovamente l’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia a causa di infiltrazioni mafiose», spiega Giuseppe Politanò, vicesindaco di Polistena e Coordinatore di Avviso Pubblico per la regione Calabria.
«Non possiamo ignorare il messaggio che questa situazione trasmette: la lotta contro le mafie e il condizionamento mafioso deve essere costante e determinata. Le infiltrazioni mafiose all’interno di un Ente dello Stato così cruciale per la salute pubblica non rappresentano solo una violazione della legalità, ma compromettono anche la qualità dei servizi offerti ai cittadini. Ciò testimonia quanto sia pesantemente condizionata e infiltrata tutta la sanità calabrese».
È la seconda volta in quattordici anni, infatti, che l’Asp di Vibo Valentia viene sciolta per mafia. La prima volta era accaduto nel 2010. Poi si sono susseguite una serie di gestioni commissariali. Ma quella di Vibo Valentia non è la sola Asp calabrese ad essere stata sciolta due volte: anche Reggio Calabria registra una storia simile con due scioglimenti.
Dal 1991 in Italia – anno di emanazione della legge sugli scioglimenti – sono 6 le aziende sanitarie messe sotto gestione commissariale. Tuttavia la Calabria resta maglia nera con il 138esimo scioglimento in 33 anni, sui 394 complessivi, di cui 81 enti – fra comuni e aziende sanitarie – sciolti almeno due volte (60 due volte, 20 tre volte, 1 quattro volte).
«La presenza della ‘ndrangheta ad ogni livello, e la legittimazione di chi la sostiene non contrastandola, erodono la fiducia della comunità nelle istituzioni, creando un clima di paura che deve essere affrontato con urgenza – insiste Giuseppe Politanò – È necessario lavorare per educare le nuove generazioni a principi di giustizia ed etica pubblica, affinché diventino cittadini consapevoli e impegnati nella lotta contro le mafie e classe dirigente attenta e affidabile».
«Ribadiamo il nostro impegno nella promozione della legalità e del bene comune. La sinergia tra istituzioni, associazioni e cittadini è essenziale per creare un tessuto sociale resistente alle infiltrazioni mafiose. Facciamo quindi appello a tutti: è tempo di superare il silenzio e l’indifferenza; è tempo di parlare chiaro e di agire con determinazione».