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“Caravan”, è uscito il nuovo album degli Statale 107 bis

“’Ci scusiamo per l’assenza, ma abbiamo usato i nostri strumenti come zappe per scavarci l’anima e ci è voluto un pochetto’” era l’inizio del nostro primo spettacolo, quello dell’album Randagio live. Poi con il nostro secondo disco Muri Muti abbiamo continuato l’esplorazione e l’incessante ricerca nella musica. All’epoca lo presentammo come l’antidoto alla chiusura: l’amore per la diversità eretto a sistema di produzione musicale per stimolare l’apertura mentale necessaria a percepire il diverso come opportunità di nuova conoscenza piuttosto che qualcosa (o qualcuno) di cui avere paura”.

Nomen omen dicevano i nostri antenati quando succedeva che il nome di qualcuno (o qualcosa) diventava presagio e, in fondo, per la band musicale Statale 107 bis così è stato: come la vecchia strada S.S. 107 bis anch’essa è stata attraversata da tanti musicisti e soffre delle stesse difficoltà di frequenti emigrazioni e rari ritorni.

“Abbiamo sempre cercato di manipolare la musica da artigiani: a volte modellando come vasai, altre scolpendola come scultori, altre volte ancora zappando come contadini. Sempre cercando di favorire l’intervento di tutti nel processo di produzione.

Questo metodo, unico punto fisso, è il motivo principale per cui in 20 anni non abbiamo mai fatto due canzoni uguali. Questo album non è una eccezione”.

Caravan, oltre ad essere un riferimento esplicito all’omonimo standard jazz del genio di Duke Ellington, rimanda alle carovane ed ai carrozzoni con cui artisti e viaggiatori di un tempo passato hanno attraversato i territori e scoperto il mondo. Con lo stesso spirito noi scopriamo la musica.

L’idea nativa del viaggio si è concretizzata stavolta in cinque lingue (italiano, francese, inglese, brasiliano e dialetto) ed otto forme e generi musicali differenti.

L’album si compone di otto brani inediti e una cover: Quincy Jones, Serpentina, Little Paradise, Temps maudit, Milonga tra le sbarre, Hollywood, Ritorno, Nautilus e Tico-tico no fubà, per i più semplicemente “Tico Tico”. In quest’ultimo brano la band ha deciso di omaggiare, oltre che la terra della musica per eccellenza, anche il pianista italiano ed internazionale Stefano Bollani cimentandosi in una interpretazione vocale del suo arditissimo arrangiamento del brano tradizionale brasiliano.

“L’intero album è un viaggio alla ricerca di una musica che faccia stare bene chi la suona e chi la ascolta”.

L’album è da oggi disponibile su tutte le piattaforme digitali.

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