Sulla separazione delle carriere dei magistrati (quesito numero 3), si esprime invece il capogruppo alla Camera Stefano Mugnai: “Ci sono magistrati nel nostro Paese – evidenzia – che passano anni a costruire castelli accusatori contro i cittadini per poi ritrovarsi nell’ambito dello stesso processo dalla parte giudicante. Con il Referendum di domenica prossima si vuol perseguire l’obiettivo che il singolo magistrato decida all’inizio della sua carriera di far parte della magistratura requirente o di quella giudicante. Per raggiungerlo occorre assolutamente votare per il “Si'”. A proposito di giudici: li riguarda anche il quesito numero 4 (valutati pure dai membri laici). “Chiediamo di votare “Si'” – afferma Fabio Berardini – all’equa valutazione dei magistrati. In questo modo daremo la possibilita’ a docenti universitari ed avvocati di poter esprimere un parere indirizzando la giustizia in una dimensione di maggiore imparzialita’ e qualita’”. Si muove, invece, intorno all’elezione dei membri del Consiglio Superiore della Magistratura, organo di autogoverno dei giudici, il quesito numero cinque. L’appello a votare “Si'” e’ ancora una volta di Felice Maurizio D’Ettore: “In questo momento – sostiene il coordinatore regionale in Calabria di ‘Coraggio Italia’ – per candidarsi devono essere sostenuti da un numero importante di firme. Le correnti della magistratura decidono pertanto chi sono i candidati indirizzando di fatto il risultato dell’elezione. Con il Referendum di domenica prossima, barrando la casella del “Si'”, intendiamo eliminare la “stortura delle firme” in modo che chiunque possa candidarsi per meglio rappresentare i magistrati senza vincoli di “corrente”. Cinque “Si'” per restituire civilta’ giuridica al nostro Paese”.
L’abrogazione della Legge Severino – dichiara in una nota la deputata Martina Parisse in ordine al quesito numero 1 – “vuole tutelare il funzionamento delle amministrazioni locali. Ad oggi dopo una condanna in primo grado, i sindaci e gli amministratori vengono automaticamente sospesi anche se la condanna non e’ definitiva. Votando per il “Si'” all’abrogazione della Legge, vogliamo ripristinare la sovranita’ popolare e, soprattutto, tutelare le comunita’ locali e gli amministratori”. I deputati di Coraggio Italia spiegano le ragioni per il si’ al referendum del prossimo 12 giugno. In scia il deputato Felice Maurizio D’Ettore, tra l’altro coordinatore del partito in Calabria: “Il Referendum – asserisce – concerne anche le misure cautelari della custodia in carcere per soggetti non ancora condannati in via definitiva. Il numero 2 e’ un quesito attinente a situazioni molto particolari. Noi chiediamo che votando per il “Si'” alla limitazione delle misure, per i reati piu’ gravi rimanga la valutazione precedente sul pericolo di reiterazione del reato, mentre per quelli meno gravi siamo convinti che si debba specificamente valutare quali siano i rischi effettivi legati all’applicazione, di fatto “automatica”; della custodia in carcere. Non e’ possibile, infatti, tenere in carcere persone solo sulla base di un dubbio o di un sospetto senza una valutazione concreta ed attuale della necessita’ effettiva della custodia preventiva anche prima del solo vaglio del processo di primo grado”.