“Pochi possono dirsi: “Sono qui”. La gente si cerca nel passato e si vede nel futuro” - Georges Braque
HomeSportVolley, Tonino Chirumbolo riabbraccia la Tonno Callipo

Volley, Tonino Chirumbolo riabbraccia la Tonno Callipo

A volte ritornano… è proprio il caso di dire. Tonino Chirumbolo, 59 anni il 6 maggio scorso, riabbraccia la Tonno Callipo dopo 6 anni, in cui ha maturato altre esperienze significative. Diplomato I.S.E.F. da 34 anni; allenatore di terzo grado e pure Docente Federale, tutti ruoli che raccontano dell’esperienza e della competenza di Chirumbolo, prima ovviamente in campo quando ‘alzava’ da abile palleggiatore; poi in panchina con successi e valorizzazione di tanti giovani. Il meglio infatti, lo ha dato da tecnico tra le piazze di Lamezia (la sua città), Cetraro e Rossano tra Serie D e B1, settori giovanili compresi. Lo ha fatto non solo allenando ma soprattutto insegnando pallavolo a tanti giovani, oltre ovviamente vincendo tanto. Ben dieci promozioni e tre Coppe Calabria (due a Vibo e una a Cetraro da allenatore-giocatore) per Chirumbolo, che a Vibo era già stato per ben dodici stagioni, dal 2006 al 2018, occupandosi del settore giovanile e vincendo nella stagione 2007-08 anche il prestigioso scudetto Under 14. Corposo il curriculum di Chirumbolo, dal 2017 anche componente dello staff tecnico federale, nell’ambito dell’attività di qualificazione nazionale 2017/2018. Dal 2018 il passaggio, per due stagioni, al settore femminile prima con Cosenza e poi con Cinquefrondi. Per poi tornare al maschile due anni fa col Lamezia maschile in B e l’anno scorso di nuovo a Cinquefrondi, conquistando qui la decima promozione in carriera, stavolta con la D femminile.

Allora Tonino, solitamente si dice che si torna sempre dove si è stati bene…

“Sì, a volte si ha questa fortuna: a me il tempo ha riproposto questo tipo di situazione, in un momento in cui sto un po’ cambiando pelle come allenatore, perché sto prendendo più una forma organizzativa. E quindi dedicandomi un po’ di più al di qua della scrivania, all’organizzazione societaria ed a tutto il resto, per cui è un’occasione non da poco. Chiaramente farlo in un posto come Vibo dove sei già stato e la gente ti apprezza e ti vuole bene, è sicuramente più semplice ed anche più bello”.

Torni nel ruolo che avesti già in passato qui a Vibo, responsabile del settore giovanile: con quali obiettivi?

“Intanto premettiamo che, negli ultimi anni, il settore giovanile della Tonno Callipo è stato molto fiorente con ragazzi promettenti under 16, 17 e 19. Però forse mancava qualcosa dal punto di vista della base. A livello femminile poi molto di più, perché è iniziato da poco. Il mio ruolo dovrebbe essere proprio quello di andare a ricostruire un po’ le fondamenta del settore giovanile. Ciò attraverso i più piccoli a partire dai 10 anni, in modo da seminare e poi avere nel tempo atleti di nuovo di Vibo, senza dover necessariamente andare fuori dai confini della città prendendo giocatori già fatti e finiti, o comunque in embrione ma non costruiti sul territorio regionale, oltre al lancio di giovani. Com’è stato per esempio per alcuni giovani dell’under 17 quest’anno, che sono passati ad importanti realtà nazionali, segno che si è lavorato bene nel vivaio”.

Il tuo ruolo alla Tonno Callipo dovrebbe andare a rafforzare tutto ciò?

“Diciamo farlo partire più dalla base, con risultati soddisfacenti anche a livello under 13, 14 e di S3, che sono settori in cui c’è un po’ un vuoto in questo momento. Dobbiamo però chiaramente ingrandire il discorso dei numeri del settore giovanile, con un reclutamento che parte naturalmente dal lavoro nelle scuole. Dopodiché si auspica che questo sbocco a cui accennavamo con il lancio di giovani in realtà importanti, avvenga qui in Calabria. Per intenderci, il prossimo Argano o Iurlaro devono rimanere a Vibo: dobbiamo essere noi l’attrattiva maggiore per un giovane, in modo da potersi sviluppare e crescere qui. Quindi auspichiamo di avere i risultati avuti negli ultimi anni, ma con una propensione verso il futuro che assicuri ai ragazzi di poter fare il salto finale. Purtroppo non abbiamo più la A1, che prima era una vetrina notevole, e quindi dobbiamo cercare di costruire delle categorie non di quello spessore a livello economico, ma che possano rappresentare pur sempre un’attrattiva affinchè i ragazzi vengano alla Tonno Callipo e vi restino senza andare in altre società”.

Da qualche anno hai un ruolo importante nella FederVolley calabrese, raccontaci un po’…

“In questo momento per la Federazione sono il responsabile del Centro di Qualificazione regionale, cioè mi occupo di tutto l’aspetto tecnico in Calabria. Quindi giocatori, allenatori, arbitri, e poi ho la mia squadra di selezionatore maschile, femminile, diciamo che sovrintendo a tutto questo tipo di attività”.

Come sta la Calabria a livello giovanile?

“Come tutte le regioni ‘povere’ e piccole andiamo ad ondate. Nel senso che abbiamo avuto la fortuna negli ultimi due anni di avere una nidiata di ragazzi veramente bravi, sia dal punto di vista fisico che tecnico e questo ha fatto sì che, nell’anzidetto lasso di tempo, a livello maschile abbiamo conquistato un settimo ed un quinto posto quest’anno, che sono fantascienza per una regione come la Calabria. Anche a livello femminile abbiamo avuto buoni risultati, migliorando quest’anno addirittura di cinque posizioni il ranking, piazzandoci al decimo posto e andando in Pool A. Quindi stiamo avendo un periodo di grande salute, ma ci aspettano sicuramente momenti in cui non avremo questo tipo di atleti e quindi torneremo ad un trend più normale. Quello a cui tenevamo particolarmente era creare un sistema-Calabria, per cercare di avere una rete in cui potessero cadere tutti i talenti possibili ed immaginabili senza farceli scappare. E su quegli atleti lavorare per il massimo del risultato. Questo sistema è ormai consolidato, sta andando bene, lo sfrutteremo nella misura in cui avremo atleti bravi, ma comunque la cosa più importante è che ormai abbiamo un sistema per selezionare con tranquillità e programmazione fin dall’anno precedente rispetto al Trofeo che si disputa”.

Flash back, a proposito di Under14, alla Tonno Callipo hai anche vinto uno scudetto con quella categoria nel 2008. Qual è il ricordo di quel prodigio?

“Quello di un progetto di tre anni, iniziato appunto con le fasce di età su cui mi propongo di ricominciare il lavoro qui. Un progetto che partí da lontanissimo e che gradualmente diventò sempre più lungimirante, al punto da riuscire a vincere un titolo italiano che per noi è stata davvero una roba fuori dal normale, ma che fu il risultato di tanto lavoro. In definitiva credo che il segreto sia lì, non ci sono grandi cose su cui fantasticare: lavorare, programmare e protrarre nel tempo i progetti che si portano avanti. Questa è la cosa su cui dobbiamo concentrare tutta la società. Perché nel momento in cui costruiamo fondamenta forti poi tutto il resto verrà di conseguenza”.

E quest’anno l’Under 17 della Tonno Callipo si è presa il lusso di mettere in fila squadre ben più esperte conquistando la meritata promozione in B, cosa pensi?

“Che si possono ottenere risultati basandosi sul proprio vivaio, quindi se si fanno vivai buoni facendogli fare lo step giusto allora avremo, come succede nelle regioni che vanno per la maggiore, gli under 17 che possono tranquillamente fare un campionato di Serie C competitivo e addirittura vincerlo. E penso anche che – in futuro – gli under 19 possano fare un torneo di B, senza doversi affidare a giocatori più grandi, sicuramente più esperti ma che tolgono spazio ai più giovani. Quindi l’auspicio è di lavorare bene con i giovani di categoria, quello che fanno le grandi società come i Diavoli Rosa, Castellana e come fanno altre squadre che non hanno la Serie A ma che costruiscono le categorie sui giovani propri e vanno avanti così”.

Hai avuto modo di parlare anche col vice presidente Filippo Maria Callipo, cosa hai letto nei suoi occhi?

“Tanta passione e voglia di non fermarsi. Ho visto che il lavoro sta continuando, al pari della tradizione positiva giallorossa, perché c’è una Famiglia che vuole continuare a dedicarsi alla pallavolo, magari un po’ ridimensionata ma non per questo meno vogliosa e volenterosa. E fino a quando ci saranno delle famiglie come quella Callipo, la pallavolo potrà continuare a fiorire nella nostra terra. Purtroppo non è facile trovare persone che possano dedicarsi così totalmente ad uno sport e farlo proprio, Vibo ha questa fortuna e – conclude Chirumbolo – speriamo di mettere la città nelle condizioni di sfruttarla a pieno regime”.

Articoli Correlati