16 GIUGNO
Oggi, sveglia molto presto. Alle 7.30 siamo già tutti sul pullman in direzione Cabo de Santo Agostinho, una cittadina vicino Recife dove ActionAid porta avanti molti progetti legati al sostegno a distanza, alla promozione dei diritti delle donne e alla lotta contro la violenza di genere.
Nel viaggio dei nostri campioni c’è spazio non solo per il calcio ma anche per la capoeira; il partner locale di ActionAid ci ha infatti invitato ad una lezione speciale per la nostra squadra. Proprio come il calcio, la capoiera viene utilizzata per coinvolgere i bambini nelle attività previste dai progetti di adozione a distanza di ActionAid. L’obiettivo è quello di educarli a valori positivi, in modo tale da allontanarli dalla strada ed evitare la dispersione scolastica.
Il maestro e i piccoli allievi mettono in scena, con il birimbão e le percussioni di sottofondo, la storia della capoeira, un’arte marziale brasiliana creata dai discendenti degli schiavi africani nati in Brasile. E’caratterizzata da elementi espressivi come la musica e l’armonia dei movimenti, per questo viene spesso scambiata per una danza.
La leggenda vuole che la capoeira fosse un modo attraverso il quale gli schiavi si allenavano a combattere ingannando i carcerieri, che dietro quei gesti armoniosi vedevano solo una semplice danza. La capoeira è invece sinonimo di lotta per la libertà e di emancipazione. A testimoniarlo, c’è la storia di Rhaldiney, allievo non vedente che riesce a “lottare” insieme agli altri senza nessuna difficoltà.
I bambini italiani e brasiliani si lasciano trascinare e, affascinati dal racconto, partecipano ad un allenamento insieme agli altri allievi, imparando i fondamentali della capoeira come la ginga e la roda.
Il più entusiasta è Domenico, mentre Antonino, dopo qualche momento di diffidenza dovuto al fatto che la capoeira si pratica rigorosamente scalzi, si abitua e si fa coinvolgere dal ritmo. Ben presto, Erika e Milena diventano le beniamine delle giovani allieve della scuola.
Finito l’allenamento, si pranza tutti insieme e Davide intrattiene il pubblico con il suo organetto: il ritmo della tarantella trascina tutti e la giornata si conclude con un mix di suoni italo-brasiliani davvero speciale.
Segue il consueto allenamento con Aldo, sotto lo sguardo concentrato e attento di Enrico: tanti calci al pallone e tiri in porta; i progressi ci sono ma la strada è ancora lunga.
Finito l’allenamento si torna tutti a casa. Igor, uno dei fratelli di Melk, nota che uno dei palloni che abbiamo a disposizione per gli allenamenti è sgonfio – apparentemente bucato – e timidamente ci chiede se lo può tenere per sé. A noi non servirebbe più a molto, ma lui sembra il bambino più felice del mondo: sicuramente avrà già in mente un piano per farlo tornare come nuovo.
Infine, oggi sono stati consegnati ai bambini protagonisti dei progetti di sostegno a distanza, i pensieri e i disegni fatti dai loro compagni aquilani durante le selezioni. La lettera più bella era quella scritta da Laura, la migliore amica di Milena, che con entusiasmo alle stelle, ha potuto ascoltare le parole della sua amica lette da Enrico.
Il pullman in direzione Recife si allontana sotto uno splendido arcoiris, un arcobaleno dei più belli.