“Agisci in modo che ogni tuo atto sia degno di diventare un ricordo” - Immanuel Kant
Homereggio-calabria-brasileReggio Calabria-Brasile: inizia l'avventura

Reggio Calabria-Brasile: inizia l’avventura

actionaidmondiale9 giugno

Erika e Mondir da Torino, Milena e Davide dall’Aquila, Domenico e Antonino da Reggio Calabria. I protagonisti del nostro paese di “Italia – Brasile. L’azione è partita” si sono incontrati per la prima volta domenica 8 giugno, pronti a partire l’indomani alla volta del Brasile.

La scarsa conoscenza gli uni degli altri ha portato a fare gruppo, da un lato i maschi (con rispettivi padri e accompagnatori) e dall’altro le femmine (con madri al seguito).

actionaidfigurine erikaErika vive a Torino, ha origini albanesi ma è cittadina di Italiana. In questa esperienza è accompagnata dalla madre. L’altra bambina è invece Milena, nata in Italia da genitori ecuadoregni. Vive a L’Aquila dove ha da poco finito la quinta elementare nel MUSP della scuola G. Rodari. Insieme all’inseparabile mamma, già nelle prime ore di preparazione al viaggio, ha fatto amicizia con tutti insegnando diversi giochi.

actionaidfigurinemondirMondir è nato in Italia, vive a Torino, ma è cittadino marocchino. Dopo l’esperienza in Brasile la sua famiglia farà ritorno in Marocco perché il padre ha perso il lavoro e nel nostro paese hanno troppi problemi economici.

actionaidfigurine davideDavide è dell’Aquila, tifa Milan ed ha una grande passione per l’organetto, che si è rifiutato di suonare finché non ha messo piede in Brasile.

actionaidfigurine antoninoAntonino, in teoria, non doveva prendere parte all’iniziativa. Dopo essere stato selezionato a Reggio Calabria, infatti, aveva rinunciato perché da poco orfano di padre, con la madre che non avrebbe potuto accompagnarlo per via dei tre fratelli più piccoli di lui ai quali pensare. Ad offrirsi per stare al fianco del vivace Antonino in questa avventura, però, è stato Fabio, l’allenatore di basket della squadra locale.

actionaidfigurine domenicoDomenico vive a Reggio Calabria, ha partecipato, come Antonino, al progetto “Composti@moci Bene”, promosso da ActionAid in collaborazione con l’Istituto Telesio Montalbetti e l’Associazione Giovani Industriali di Reggio Calabria, per la realizzazione di un orto scolastico nell’istituto.

I bambini più vivaci sono i due provenienti da Reggio Calabria, soprattutto Antonino che, oltre a fare una marea di domande, il giorno della partenza era già pronto alle 07:00, nonostante il check-in fosse previsto per le 09:00 e l’hotel dove alloggiavano si trovasse vicinissimo all’aeroporto.

La maggior parte dei protagonisti non aveva mai viaggiato in aereo, per cui spiegargli uno scalo di tre ore a Lisbona già è stato complicato, a maggior ragione un ritardo di ben otto ore, da passare nell’aeroporto della città lusitana.

Da parte della squadra, però, nessuna lamentela né il minimo capriccio.

Le otto ore sono volate, con Domenico che mostrava il passo dell’orologio, un passo di breakdance, Erika che sfoggiava la sua abilità nelle ruote e Milena che suggeriva in continuazione giochi da fare. Oltre a questo, anche i “classici” ruba bandiera, telefono senza fili e corse di varia natura in aeroporto. Insomma, i bambini hanno ingannato tranquillamente il tempo del ritardo del volo; gli altri passeggeri sono stati un po’ meno tranquilli.

actionaidmondialesepties10 giugno

Dopo il lungo viaggio, la prima giornata in Brasile è servita per iniziare a conoscere un po’ meglio il Paese che ospita i nostri piccoli protagonisti.

Il cibo del Brasile è diverso e per i bambini è difficile adattarsi alla colazione salata e al fatto che non venga servito del pane per accompagnare i pasti. Tuttavia, gli spaghetti aglio e olio, i fagioli, il mango e l’insalata di mais sono molto apprezzati!

Fa molto caldo e c’è molta umidità: quale modo migliore per rinfrescarsi se non facendo un bel bagno nella piscina dell’albergo?

Un tuffo alla mattina e uno la sera dopo il tramonto, prima di cena, sono praticamente obbligatori. L’unico che non partecipa e che rimane sul bordo a guardare è Mondir che, nonostante sia stato spronato da Domenico (che gli ha fatto fare un inaspettato “volo” in piscina), non è ancora riuscito a vincere la sua paura dell’acqua.

I bambini amano anche l’Oceano ma non possono farsi il bagno perché nelle acque di fronte a Recife ci sono molti squali e al massimo ci si possono bagnare i piedi.

Inoltre, sta crescendo l’attesa per l’inizio degli allenamenti: la vera passione dei nostri campioni è infatti il calcio e l’arrivo del preparatore tecnico Aldo Montinaro è atteso con grande entusiasmo.

11 giugno

Oggi, giorno di riposo per i bambini italiani: la stanchezza ha cominciato a farsi sentire con Davide che ha avuto mal di pancia e Mondir con la febbre a 38.

A colazione, prima di partire alla volta della città di Olinda, l’antica Recife dichiarata patrimonio universale dell’UNESCO, Domenico era un po’ triste: i suoi pensieri infatti volavano oltre oceano, non alla sua mamma, ma alla sua fidanzata!

Mondir invece è rimasto a letto. Venuto a conoscenza che oggi ci sarebbero state le selezioni dei bambini brasiliani, ha dichiarato di non volere favoritismi: i bambini scelti dovranno essere i migliori perché a lui, le partite di calcio, piace vincerle così, ad armi pari e senza barare.

Nella favela di Passarinho, alle porte di Recife, tra cavalli, passanti con gabbie di uccelli in mano e decine di bambini abbiamo conosciuto i sei piccoli campioni locali che formeranno la squadra carioca.

La scuola nella quale ci hanno accolto si trova nel cuore della favela. Per ragioni di sicurezza è recintata, le poche finestre hanno le sbarre e ogni accesso è protetto da lucchetti: più che una scuola un carcere.

actionaidmondialequaterSul campo di calcio i bambini si sono sfidati incuranti delle improvvise piogge monsoniche tipiche del clima locale e alle quali nessuno di noi è abituato.

Mondir può stare tranquillo: questi bambini con il pallone ci sanno fare eccome! I più determinati si tolgono addirittura le scarpe e calciano a piedi nudi, per correre più veloce e dare più potenza al tiro.

A spuntarla, alla fine, sono stati:

– Ryan, 12 anni, di Corrego de Euclides. Non conosce l’Italia, ma la immagina come un paese “normale”. Bacchetta Enrico Bertolino quando gli chiede come si chiama il Presidente del Brasile: è una Presidentessa, non un Presidente.

– Melki, 11 anni, di Passarinho. Ama il calcio, ma non la violenza che sta dentro e fuori dal campo.

– Pedro, 9 anni, di Corrego de Euclides. Fiero dei suoi occhiali, la sua vita è Recife. Pensa che il calcio sia la cosa più bella che un bambino possa fare. Ciò che lo rende davvero felice è passare del tempo con sua nonna, che ha appena 54 anni.

– Vitoria, 9 anni, di Passarinho. Dice che ActionAid l’aiuta ad essere sempre migliore. L’Italia la immagina molto lontana e non tanto bella.

– Luiza, 8 anni, di Passarinho. È una bambina molto volenterosa, infatti ciò che la rende davvero felice è lavare i piatti ed è triste quando la sua mamma non la lascia fare.

– Joana, 11 anni, di Corrego de Euclides. Dell’Italia sa che è il paese dove sono stati inventati due piatti dei quali è golosissima: i maccheroni e la pizza. Ci canta la sigla di un cartone animato e l’inno del Brasile con la mano sul cuore: è davvero una cantante fantastica. Ci dice che Recife è bella, ma se i suoi abitanti ne avessero maggior cura, lo sarebbe ancora di più.

Con la squadra brasiliana al completo, i nostri campioni sono pronti per allenarsi con il coach Aldo Montinaro, assistito dal “capo carovana” Enrico Bertolino, arrivati ieri a Recife.

12 giugno

actionaidmondialebisDopo la selezione della squadra brasiliana, è finalmente arrivato il momento del primo allenamento e soprattutto del primo incontro tra campioni locali e ospiti italiani. Davide era impaziente per l’arrivo degli avversari, Antonino si domandava se erano più forti di loro e se erano poveri, Domenico era interessato alla presenza o meno di bambine, mentre Milena non vedeva l’ora di parlare in spagnolo con loro. Insomma, la curiosità era davvero tanta! Il primo allenamento si è tenuto sulla spiaggia di Farinha, alle porte di Recife. Prima di poter far scendere in campo i bambini, lo staff di ActionAid ha passato tre ore sotto il sole cocente rimuovendo pietre, vetri e siringhe per evitare spiacevoli incidenti.

Con molto stupore da parte dello staff, i bambini brasiliani erano eccitatissimi alla vista dell’oceano. Nonostante vivano a pochi passi da lì, per molti di loro l’oceano è una rarità, una cosa vista un paio di volte nella vita. Alcuni non sono mai usciti dalla favela di Passarinho.

Dopo pochi minuti, le squadre fanno subito amicizia, la lingua non è un problema quando ci si capisce subito con il linguaggio dei gesti.

Il primo allenamento agli ordini del coach Aldo Montinaro è letteralmente volato.

Giunta la sera, ovviamente tutti insieme, muniti di trombette e bandiere, si va a vedere la prima partita del mondiale: Brasile-Croazia!

Tutti i nostri piccoli protagonisti tifano per la squadra locale e alla vittoria del Brasile è grande festa, la gioia si condivide.

A margine segnaliamo che Davide non sente più la mancanza della fidanzata, perché è tornato ad essere felicemente, dice lui, single!

Mondir ha vinto la sua paura dell’acqua e ora nuota come se lo facesse da anni.

13 giugno

actionaidmondialesexiesLa squadra italiana è andata a trovare la squadra brasiliana “in casa”: nella favela di Passarinho alla scuola Municipale Marluce Santiago da Silva. I bambini cercano di conoscersi meglio, imparando qualcosa della cultura brasiliana. Creano con le loro mani un gioco tipico della regione del Pernanbuco: la peteca, un oggetto che viene usato come piccola palla che si lancia col palmo della mano. Poi un momento di gemellaggio: le due squadre dipingono con le mani le bandiere del Brasile e dell’Italia.
Il pranzo viene servito nella scuola, preparato dalla cuoca Rosilene, che lavora nella favela di Passarinho facendo catering basati sul principio dell’alimentazione sana, buona e giusta. Cibi nutrienti, provenienti dalla tradizione e dall’agricoltura locale, che utilizzano varietà di colori e sapori.
I bambini italiani sono incuriositi dai succhi di frutta che vengono serviti: sapori mai conosciuti e parole mai sentite. Cos’è la pitenga? E l’Umbù?
Allo stesso tempo i bambini brasiliani non si capacitano che frutti per loro diffusi e molto conosciuti, siano per gli italiani completamente ignoti. Com’è possibile che in Italia non ci sia l’acerola?
Dopo pranzo, Davide allieta la scuola con il suo organetto e i ritmi della tradizione del Sud Italia vengono esportati in Brasile.
Nel pomeriggio segue l’ormai consueto allenamento con Aldo, nell’attesa del quale le bambine italiane insegnano ai brasiliani il gioco della “sardina-ina-ina”: è subito un grande successo!
Nel frattempo Antonino non smette di fare le sue domande e osservazioni: la scuola lo spaventa un po’, con tutte le inferriate e quel senso di gabbia, dice che gli sembra una prigione. E non riesce a capacitarsi che i brasiliani giochino con le ciabattine o scalzi.

L’amicizia tra le due squadre si intensifica.

Notizia importante della giornata: è stato cancellato il volo Lisbona-Recife dello chef Davide Oldani che è rimasto bloccato a Lisbona, è dovuto tornare a Milano e non potrà raggiungerci per prendere parte a questo progetto. Siamo tutti molto dispiaciuti, Enrico e i bambini in primo luogo.

actionaidmondialeter14 giugno

Oggi è un giorno particolare. La squadra italiana e quella brasiliana vanno al mercato locale di São José per scoprire insieme i cibi locali: frutta, verdura, carne, pesce. Anche per alcuni dei bambini brasiliani quel mercato è una piacevole prima volta. E’ un sabato, c’è tanta gente e molta allegra confusione. La pioggia tropicale non aiuta la missione che i bambini devono compiere, ma loro non si lasciano intimidire. Quale missione? Fare la spesa per il famoso chef brasiliano Cesar Santos che domani preparerà con loro un pranzo speciale. Il compito non è semplice perché si devono usare solo cibi locali ed essenziali.

Si parte da una cesta che contiene alimenti di base e a lunga conservazione come farina di manioca, riso, fagioli, pasta, olio, margarina, zucchero, sale. Di solito, viene consegnata gratuitamente alle famiglie o persone che hanno un salario al di sotto di quello minimo. Queste scatole, che hanno un valore attorno ai 20 reais, vengono distribuite attraverso le associazioni caritatevoli, come la nostra Caritas. Inoltre, le persone che vengono multate, possono essere obbligate dal Municipio a pagare la multa comprando una o più ceste per le famiglie in difficoltà.

Fra i prodotti scelti dai nostri bambini c’è spazio anche per frutta, carne, verdura fresca, banane dolci, manioca e acerola.

Nel frattempo i brasiliani e gli italiani hanno trovato una parola chiave per comunicare, oltre ai gesti: “non ho capito”. E’ diventato il loro linguaggio universale, anche se ormai sia i brasiliani cominciano a capire l’italiano e a dire qualche parola e viceversa.

Nel pomeriggio ci si allena: questa volta siamo ospiti della Polizia Federale che ci ha messo a disposizione il suo campo in erba. Durante l’allenamento c’è uno scontro tra Erika e Domenico che cade a terra battendo la testa. Non si fa niente, per fortuna e con molto fair play, alle scuse di Erika risponde:”Non è colpa tua, sono io che ho giocato a gamba tesa”.

I bambini migliorano giorno dopo giorno e, soprattutto, interagiscono sempre di più, imparando a conoscersi.

Alle 19.00 corriamo in albergo per vedere la partita dell’Italia. Purtroppo la squadra del Brasile non può tifare insieme a noi. Infatti, i bambini brasiliani, per motivi di sicurezza devono tornare alla favela subito dopo il tramonto. Non è sicuro per loro, accompagnati dalla mamme, girare a Passarinho a notte inoltrata. Ci dispiace tantissimo ma capiamo che la sicurezza viene prima di tutto.

15 giugno

Dopo la vittoria dell’Italia, l’entusiasmo galvanizza i bambini che sembrano non avere mai le pile scariche. Nonostante la faticosa giornata trascorsa, ora sembrano appena scesi giù dal letto e ci auguriamo che conservino le stesse energie per l’indomani.

A Davide viene affidata una missione speciale: sarà l’assistente cuoco dello chef Cesar Dos Santos, che preparerà un pranzo speciale per la squadra degli italiani e dei brasiliani, utilizzando gli alimenti che hanno comprato ieri al mercato, sottoponendosi al loro insindacabile giudizio.

Davide è stato scelto perché fin dalla prima intervista ha dichiarato di amare la cucina e che da grande vuole fare lo chef. Tuttavia, ha ancora un po’ di strada da fare per realizzare il suo sogno: se aprisse un ristornate, i suoi piatti forti sarebbero hot dog, toast e la pasta col pomodoro.

actionaidmondialequinquiesActionChef ha inizio.

Si comincia dall’apertura della cesta che sarà la base del pranzo e alla quale si aggiungeranno la frutta, la carne e la verdura fresca. Proprio come fa ActionAid a Passarihno e nell’area di Recife, si cerca di arricchire l’alimentazione di base delle famiglie più povere – poco nutriente e variegata- con alimenti più sani, buoni e giusti. Il tutto, partendo dalle mense scolastiche in modo da incentivare anche le famiglie a mandare i figli a scuola, con la certezza che, almeno una volta al giorno, mangeranno un pasto sano.

Si procede alla preparazione dei piatti e Davide impara le fatiche della vita da chef: piange quando taglia la cipolla, soffre il caldo dei fornelli, sopporta il peso delle pentole piene d’acqua. Eppure sembra sempre più convinto di voler fare lo chef e non demorde, dando una mano davvero importante a Cesar.

Nel frattempo le squadre italiana e brasiliana, insieme a Enrico e Aldo, decorano la sala da pranzo con i colori del Brasile e apparecchiano la tavola, impazienti di assaggiare i piatti preparati dallo chef e dal loro amico.

I piatti vengono serviti e il menu è composto da:
– pirão, un brodo di carne e verdure addensato con la farina di manioca;

– cozido, un piatto tipico della tradizione bahiana fatto di carne (muscolo e charque, una tipica carne salata) e tanta verdura (zucca, carote, cipolle, banane dolci…), accompagnato da riso;
– pudin de leite: budino al latte;

– sumo de acerola, succo di acerola.

I bambini assaggiano incuriositi e pieni d’appetito, insieme a Enrico e Aldo.
Si passa alle votazioni ed è un tripudio per lo chef Santos: il voto minimo è il 9 e mezzo, il massimo 10, 10 con tre stelle, cento… La soddisfazione sia degli italiani che dei brasiliani è evidente. Lo chef li saluta e va via, portandosi a casa questa bella soddisfazione. Segue l’allenamento quotidiano con Aldo in un altro campo della città di Recife. I bambini testano i progressi nel tiro in porta, ma è ancora presto, dice il Mister Aldo. Siamo ancora agli inizi. Si torna tutti a casa dove, nonostante la stanchezza, scatta il momento karaoke: si crea lo scontro generazionale. I bambini vogliono cantare i Modà, gli adulti Fausto Leali. Alla fine si trova il compromesso.

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