Saranno decine le realtà tra associazioni, movimenti, aggregazioni sociali, i partiti, di Calabria e Sicilia, che sabato 18 maggio parteciperanno alla manifestazione No Ponte a Villa San Giovanni. “Ed altrettante – ha spiegato oggi Giovanni Cordova del Comitato No Ponte Calabria presentando l’iniziativa – saranno le rivendicazioni ribadite in quella che non vuole essere certo la conclusione di un percorso rispetto ad una proposta devastante ed inutile per il territorio dello Stretto, ma di un cammino che è appena iniziato”.
A differenza di quanto annunciato inizialmente, sabato, a partire dalle 9.30, il corteo non partirà da piazza della Stazione a Villa San Giovanni, ma da piazza Valsesia.
“Abbiamo accolto le richieste che ci sono state fatte dalle forze dell’ordine, dalla Questura di Reggio Calabria – ha detto Cordova – per evitare la paralisi dell’asse viario verso i traghetti. Capiamo, infatti l’esigenza di garantire la viabilità. Ci aspettiamo tanta partecipazione. Dovrà essere una marcia allegra che sia da catalizzatore dell’attenzione dei cittadini. Arriveranno dei pullman da diversi centri della Calabria. Oltre duecento manifestanti da Messina, ma anche da Catania, Siracusa”.
Da piazza Valsesia, dunque, il percorso, come ha spiegato Tonino Pentimalli, del Comitato No ponte di Villa San Giovanni, percorrerà le strade cittadine per finire sul lungomare Fata Morgana e raggiungere il punto di arrivo in piazza Chiesa di Cannitello dove sono attesi gli interventi finali. Oggi, in conferenza stampa, sono stati ribaditi i concetti base del variegato mondo no ponte.
“La Calabria – ha spiegato Aura Notarianni, avvocato e rappresentante del Comitato No ponte siciliano – sarà più colpita della Sicilia, per le cave e le discariche che saranno realizzate in quasi tutto il territorio regionale. Speriamo nella partecipazione delle Amministrazioni locali, che hanno chiesto la sospensione della Conferenza dei Servizi, affinché vengano ad arricchire questa manifestazione”.
Aura Notarianni ha annunciato che si sta lavorando alla presentazione di una azione inibitoria collettiva, promossa dai cittadini delle due sponde. Chiederanno la cessazione della condotta della Società Stretto di Messina – ha spiegato il legale – “per la tutela del loro interesse omogeneo, alla conservazione dell’ambiente in cui vivono e quindi della loro salute, in violazione delle norme europee e della Costituzione”.